«Migliore è il cattivo, migliore è il film», diceva Alfred Hitchcock. Questione di personalità e di carisma, perché Lex Luthor è chiaramente una figura più intrigante e complessa dell’anodino Clark Kent-Superman, come il Joker e il suo ghigno guizzano nel nostro immaginario molto più delle piattitudini di Bruce Wayne-Batman mentre è inevitabile che il cannibale Hannibal Lecter rubi la scena all’agente Clarice Starling di cui nessuno ricorda il nome.

Applicando la regola aurea del cineasta britannico alla vita reale, quale migliore cattivo del magnate Elon Musk, perfetto villain della nostra indecifrabile epoca? Visionario, amorale, imprevedibile, più ambizioso di Napoleone, l’ultima sua prodezza è il cybertruck Tesla (un semi-blindato elettrico munito di mitragliatrice) offerto al dittatore ceceno Ramzan per combattere gli ucraini. La notizia, pazzesca, è stata smentita da Musk, nonostante l’uomo forte di Grozny lo abbia pubblicamente ringraziato: «Grazie Elon ti aspettiamo in Cecenia!».

Dove sta la verità? Poco importa perché nel corso degli anni il miliardario sudafricano ci ha abituati a questo ed altro (come quando nel 2022 “spense” i satelliti Starlink all’esercito di Kiev per «evitare una mini-Pearl Harbour») e qualsiasi stranezza, associata al suo nome, se non è vera resta comunque verosimile.

Musk è un cattivo così perfetto da non sembrare vero, quasi un personaggio da fumetto di fantascienza, da distopia hollywoodiana talmente i suoi progetti sono estremi e potenzialmente apocalittici: uomo più ricco del pianeta, implicato in tutti i settori chiave dell’economia globalizzata, da internet alla comunicazione e all’osservazione satellitare, dall’esplorazione spaziale alle auto elettriche, dall’intelligenza artificiale all’innesto di chip neurali nel cervello umano. Con un’aperta e insana passione per la politica, che non vede come un confronto di idee ma come un campo da colonizzare e influenzare con i suoi miliardi e le sue prometeiche visioni.

L’innamoramento per Donald Trump, liquidato troppo spesso come banale opportunismo (dieci anni fa Musk sosteneva Barack Obama) è in fondo coerente con le sue concezioni “libertariane” con il suo odio atavico per i vincoli e l’autorità pubblica, uno sfondo ideologico ideale dove far prosperare le sue imprese e le sue illuminazioni controverse. Convergenza di interessi con The Donald, ma anche di vedute, accomunati come sono nella crociata contro la «dittatura progressista».

Il caso Twitter è emblematico. L’acquisto della più utilizzata piattaforma di microblogging del web, oltre a una feroce ristrutturazione che ha portato al licenziamento di 6500 tra impiegati e quadri superiori, l’80% dei dipendenti (Tesla ne ha mandati a casa 14mila) ha completamente ridisegnato la comunicazione del medium che oggi si chiama X ed è diventato uno spazio senza regole, dove proliferano bellamente fake news e teorie del complotto, minacce e incitamenti all’odio senza la minima forma di controllo. Tutto nel nome della «libertà d’espressione», sacralizzata dal Primo emendamento della Costituzione americana.

Di fatto X è uno strumento privato con cui Musk porta avanti la sua strategia di espansione economica, politica e culturale nel tentativo di influenzare i governi e la stessa comunicazione globale; non a caso come primo simbolico gesto da nuovo proprietario ha riattivato l’account di Trump, bannato nel 2021 dopo l’assalto dei suoi seguaci a Capitol Hill.

E in questa delirante impresa il multimiliardario non ha alcuna paura di entrare in rotta di collisione con i governi e le istituzioni internazionali come l’Unione europea, che gli contesta la diffusione di «contenuti digitali pericolosi», o come il Brasile di Lula da cui ha ritirato X a causa di una sentenza della corte suprema che gli imponeva di oscurare decine di account vicini all’ultradestra dell’amico Bolsonaro.

Dopo il ritiro di Joe Biden e l’entrata in scena di Kamala Harris, la campagna elettorale di Trump si è impantanata e la vittoria annunciata di novembre oggi sembra tutt’altro che certa, ma il tycoon dispone ancora di un arma preziosa e letale: Elon Musk e la sua folle smania di cambiare il mondo.