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Elezioni 2024, Hulk Hogan a sostegno di Donald Trump al Madison Square Garden a New York
In un’elezione che ha trasformato la politica in spettacolo e il dibattito elettorale in uno show mediatico, Donald Trump ha trionfato come 47° presidente degli Stati Uniti. La sua vittoria è arrivata nonostante – e forse proprio grazie – al fallimento degli endorsement delle star democratiche che hanno sostenuto la sua avversaria, Kamala Harris. Non sono bastati i nomi di icone di Hollywood e della musica, come Taylor Swift, Beyoncé, Bruce Springsteen, e Meryl Streep, per influenzare il voto degli americani. Al contrario, per alcuni elettori, l'eccessiva presenza delle celebrità ha creato un “effetto boomerang”, spingendoli a sentirsi distanti dalla causa democratica.
Gli osservatori politici hanno subito etichettato questo come il “più grande movimento politico di Hollywood dai tempi di Obama”. Una mobilitazione straordinaria per sostenere Harris e contrastare Trump, in un’elezione che ha diviso gli americani come mai prima. Gli artisti hanno scelto di utilizzare i loro canali social e le piattaforme pubbliche per esprimere posizioni nette contro Trump, come nel caso di Lady Gaga che ha sottolineato: «Per più della metà della vita di questo Paese, le donne non hanno avuto voce. Ora saremo parte del prendere questa decisione». O come Bruce Springsteen, che ha dichiarato senza mezzi termini: «Trump è il candidato più pericoloso della mia vita». Tuttavia, queste dichiarazioni non hanno avuto l’impatto sperato.
Molti analisti hanno osservato che l’overdose di endorsement ha in realtà enfatizzato la distanza tra l'elettorato e il mondo delle celebrità. Perfino icone della musica rap come Eminem o personaggi sportivi di rilievo come LeBron James non sono riusciti a scalfire le convinzioni di una vasta fetta di americani. LeBron, visibilmente preoccupato per il futuro della sua famiglia, aveva fatto appello ai suoi fan: «Quando penso ai miei figli e a come cresceranno, la scelta è chiara. Vota Kamala Harris».
Di contro, i pochi vip a favore di Trump non hanno esitato a festeggiare apertamente la sua vittoria. Tra i supporter più entusiasti, Kanye West ha subito postato lo slogan "America will be great again" su Instagram, mentre Hulk Hogan, iconico wrestler degli anni ’80, ha pubblicato una foto con Trump, esortando alla pace: «Che tu ci creda o no, siamo più simili che diversi. Ora che i voti sono stati conteggiati, ricordiamoci che, democratici o repubblicani, siamo tutti veri americani». Questo messaggio ha risuonato con chi ha percepito l’elezione come un’opportunità di ripresa e unità nazionale.
Tra i “perdenti” di questo duello mediatico figura una lunga lista di star, da Will I Am a The Roots, passando per Di Caprio, Schwarzenegger, Mick Jagger, George Clooney, Jennifer Lopez e Neil Young. Tuttavia, Trump ha raccolto il supporto di un altro gruppo di celebrità, inclusi Kid Rock, Billy Ray Cyrus e l’attore Jim Caviezel. Quest’ultimo, protagonista del film Sound of Freedom, è diventato un portavoce di una parte della destra americana, criticando apertamente le politiche democratiche.
Nonostante il gran numero di star che si sono schierate con Harris, il risultato finale ha dimostrato che il potere delle celebrità non sempre si traduce in voti. La campagna elettorale del 2024 è stata un evento mediatico senza precedenti, ma ha anche mostrato come l’effetto Hollywood possa essere controproducente. In questa fase, Trump ha saputo capitalizzare meglio l’immagine di un outsider vicino ai “veri americani”, mentre l’endorsement delle star democratiche è apparso come un’operazione artificiale, priva del radicamento necessario per fare la differenza nelle urne.