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Un ponte sospeso, che congiungesse le coste calabre con quelle siciliane. Il primo progetto risale ai primi anni del Regno d'Italia: nel 1866 l'allora ministro per i lavori pubblici, il conte Stefano Jacini, lo commissionò all'ingegnere del ferro Alfredo Cottrau, che già si era messo in luce per aver progettato l'enorme ponte ferroviario sul Po, lungo 824 metri e retto da 10 campate. L'idea piaceva, tanto che nel 1870 venne sdoppiata: un ponte sì, ma anche un allacciamento sottomarino di 22 chilometri, che collegasse le due coste. «Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al Continente! », sentenziò l'onorevole Giuseppe Zanardelli, accesissimo sostenitore dell'opera. A sabotare i piani dei governi successivi, però, ci pensò il tragico terremoto di Messina del 1908, che riportò al centro del dibattito la sismicità del territorio. Le due guerre mondiali interruppero l'avanzare del progetto, che venne ripreso solo nel 1952, quando l'Associazione dei costruttori italiani in acciaio incaricò lo statunitense David B. Steinman di redigerne uno nuovo che facesse a gara con il Golden Gate Bridge della baia di San Francisco. A questa iniziativa seguì un concorso internazionale, bandito nel 1968 dal ministero dei lavori pubblici per valutare la fattibilità dell'impresa, a cui seguì la creazione da parte del premier Francesco Cossiga nel 1979 della società a capitale pubblico concessionaria per la progettazione, l'ormai famigerata Stretto di Messina S. p. A.. «Il ponte si farà entro il 1994», promise nel 1984 l'allora ministro socialista Claudio Signorile, sostenuto dal presidente del consiglio Bettino Craxi. Nell'anno della "discesa in campo", il 1994, Silvio Berlusconi rispolverò il progetto, incassando il parere favorevole di Anas e Fs. "Il Ponte", divenuto figura mitica della retorica politica, tornò in auge alle elezioni del 2001, quando i due avversari Berlusconi e Francesco Rutelli annunciarono entrambi di volerlo costruire. Fino al nuovo annuncio di Matteo Renzi.