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BRUNO VESPA GIORNALISTA
«In ogni stato si fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale». L’uscita di Bruno Vespa, al termine della puntata del 30 gennaio di Cinque Minuti (Rai1), sul caso Almasri, scatena la reazione delle opposizioni che accusano lo storico giornalista Rai di aver fatto da «megafono» alle ragioni del governo sull’ammiraglia del servizio pubblico. «Commentando così il caso Almasri, ieri sera Bruno Vespa nei suoi 5 minuti ha superato se stesso. Altro che terza Camera, è diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi», ha commentato Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.
Pronta la replica di Vespa: «Ruotolo chieda chiarimenti sulle “cose sporchissime” che fanno governi d’ogni colore e latitudine, a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa».
Tirato in ballo il leader di Italia Viva, e presidente del Consiglio tra il 2014 e il 2016, non ci ha pensato su due volte a rispondere: «Bruno Vespa ha fatto una brutta fine per un professionista. È imbarazzante finire a fare il portavoce del governo, per di più sul servizio pubblico della Rai», ha affermato Renzi, aggiungendo che «sarebbe interessante sapere chi in queste ore sta passando queste informazioni, coperte da segreto di Stato, e le sta utilizzando come portavoce del governo. Io so che quella informazione che lui ha dato io non l’avevo, quindi o è falsa o gli è stata passata da qualcuno. Io la trovo una cosa gravissima».
Per il capogruppo di Iv al Senato Enrico Borghi «il conduttore / portavoce ha pestato una buccia di banana, chiamiamola così: gli eventuali accordi con il generale Almasri sono successivi al referendum del 2016 e alle dimissioni di Renzi. Vespa fa bene a scusarsi con Renzi. E continui pure a credere sia alla Befana che alla Meloni».
«A me risulta che i due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti (forse dall’Isis) in Libia ai confini con l’Algeria il 19 settembre 2016 (governo Renzi) furono liberati il 5 novembre con l’aiuto della milizia Rada di cui Almasri è il numero 2 - ha scritto Vespa in una seconda nota - Di Rada si sono serviti tutti i governi successivi per risolvere casi spinosi. Naturalmente si tratta di operazioni riservatissime e si può dire tutto e il contrario di tutto, ma a me questo risulta. Se poi i due tecnici sono stati liberati dalla Befana, mi scuso con il presidente Renzi». Sempre a Borghi (e a Renzi), il giornalista indirizza in serata una seconda nota: «Le mie informazioni sono di pura fonte giornalistica. Se Renzi e Borghi dicono che sono coperte da segreto di Stato ne prendo atto, ma forse non sono fandonie. D’altra parte tutti sanno che per liberare ostaggi bisogna trattare con gente sporca».
Gli esponenti M5s in commissione Vigilanza Rai, accusano Vespa di «propaganda», esortandolo a fare il «passo definitivo», ossia candidarsi «con Fratelli d’Italia, almeno avremo finalmente chiarezza». Dura anche l’Usigrai: «L’arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l’approfondimento giornalistico di Raiuno. Così non è informazione ma propaganda che sa di regime», afferma in un comunicato il sindacato. Il centrodestra difende il giornalista: i componenti della Vigilanza Rai di Fdi parlano di «ennesima polemica pretestuosa imbastita dalle sinistre e dal M5S verso le dichiarazioni di Bruno Vespa». Mentre per Maurizio Gasparri (capogruppo di FI al Senato) «Vespa ha detto la verità. Alcuni esponenti minori del Pd sono patetici».