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Ha già scontato nove anni di carcere e ora è in semilibertà: la mattina va al lavoro la sera torna in carcere. Ma Doina Matei, la ragazza romena, condannata per aver ucciso con un ombrello Vanessa Russo, ha avuto la brutta idea dopo nove anni di farsi forografare felice su facebook. Apriti cielo. Contro di lei si è scatenata la furia mediatica di chi non pensa alla pena come un recupero, ma come vendetta. Nove anni, per costoro, non sono abbastanza. La condanna a sedici anni deve essere applicata senza sconti e soprattutto dimostrando afflizione personale. A nessuno viene in mente che Doina stia pagando e che stia tentando anche lei di rifarsi una vita. O meglio viene in mente a chi ha a cuore lo Stato di diritto. Ma sembra prevalere il sentimento di vendetta: allora perché non farla morire direttamente in prigione?