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Dopo quattro anni di prigionia, le autorità iraniane hanno messo a morte Jamshid Sharmahd, il cittadino sessantanovenne con doppio passaporto della Repubblica islamica e della Germania al centro di un aspro scontro diplomatico tra Teheran e Berlino. L'accusa che lo ha portato nelle mani del boia era di 'corruzione sulla Terra', un reato che comprende diverse fattispecie come il terrorismo.
L'esecuzione, confermata anche da sito web Mizan della magistratura iraniana, ha provocato molta indignazione in Germania e in altre parti del mondo. Berlino ha definito il fatto uno scandalo e ha avvertito di gravi conseguenze per il «regime disumano» dell'Iran, mentre i gruppi per i diritti umani hanno etichettato l'esecuzione come uccisione extragiudiziale di un ostaggio».
Sharmahd è stato sequestrato dalle autorità iraniane nel 2020 mentre viaggiava attraverso gli Emirati Arabi Uniti, anche se l'Iran, che non riconosce la doppia cittadinanza, ha annunciato il suo arresto dopo una complessa operazione, senza specificare come, dove o quando sia stato catturato.
Secondo il regime degli Ayatollah l'uomo era stato condannato per aver avuto un ruolo in un presunto attentato dinamitardo in una moschea nella città meridionale di Shiraz nel 2008, in cui 14 persone rimasero uccise e 300 ferite. Sharmahd è stato anche accusato di guidare il gruppo Tondar, che mirerebbe a rovesciare la Repubblica islamica e che l'Iran classifica come organizzazione terroristica.
La famiglia del tedesco iraniano ha sempre sostenuto la sua innocenza ma a niente è valso l'impegno per salvarlo. Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha detto che l'omicidio «mostra ancora una volta che tipo di regime disumano governa a Teheran: un regime che usa la morte contro i suoi giovani, la sua stessa popolazione e i cittadini stranieri. Questo sottolinea il fatto che nessuno è al sicuro sotto il nuovo governo», in riferimento alla nomina del presidente Masoud Pezeshkian, che si è insediato a luglio.
Anche il cancelliere Olaf Scholz ha condannato l'esecuzione, aggiungendo che «Jamshid Sharmahd non ha nemmeno avuto l'opportunità di difendersi dalle accuse al processo». Berlino dunque ha convocato l'incaricato d'affari iraniano per esprimere la sua forte protesta contro l'esecuzione. Anche l'ambasciatore tedesco a Teheran ha protestato presso il ministero degli Esteri iraniano ed è stato poi richiamato a Berlino per consultazioni.
Tuttavia, la figlia, Gazelle Sharmahd, ha accusato sia il governo tedesco che quello statunitense ( l uomo era residente negli Usa) di aver abbandonato suo padre e la famiglia.
La risposta dell'Iran è arrivata tramite il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi che ha criticato aspramente le osservazioni del suo omologo tedesco: «Nessun terrorista gode dell'impunità in Iran... Un passaporto tedesco non garantisce l'impunità a nessuno, figuriamoci a un criminale terrorista». Critiche al regime iraniane sono arrivate dal direttore dell'ONG Iran Human Rights ( IHR), Mahmood Amiry- Moghaddam, con sede in Norvegia, che ha definito l'esecuzione un'uccisione a scopo puramente propagandistico per coprire i recenti fallimenti della Repubblica islamica. Il Centro europeo per i diritti costituzionali e umani ha dichiarato: «Il rapimento illegale di Sharmahd, le sue successive torture in custodia, l'ingiusto processo farsa e l'esecuzione sono esemplari degli innumerevoli crimini del regime iraniano».
L'Iran vanta il triste primato di essere il paese con il secondo numero piu alto di esecuzioni nel mondo, ogni anno, dopo la Cina. Almeno 627 persone sono state giustiziate solo nel 2024. Diversi altri cittadini europei sono ancora detenuti in Iran, tra cui almeno tre cittadini francesi. Il membro del Parlamento europeo Hannah Neumann, che presiede la delegazione iraniana dell'assemblea, ha chiesto un cambiamento totale nella politica dell'UE nei confronti di Teheran: «C'erano alcune voci che volevano aspettare e vedere come si sarebbe sviluppato il regime dopo l'elezione di Pezeshkian. Questa terribile esecuzione ci mostra chiaramente come dovremmo giudicare questo nuovo governo».