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Gregorio De Falco non solo non torna a bordo dell'agitata barca grillina, ma rilancia la sfida ai vertici del Movimento: "Ci buttano fuori? Quando Di Maio dice o con me o fuori afferma un'idea padronale di un Movimento in cui oggi sembra venire meno la dialettica e la capacità di ascolto e risposta. Inoltre si dovrebbe tenere presente che nel Movimento non c'è spazio per professionismi della politica". All'origine dello scontro tra De Falco e Di Maio c'è il decreto sicurezza tanto caro all'alleato leghista ma così lontano, almeno secondo i ribelli 5Stelle, dai valori del Movimento: "Qualcuno si dovrebbe ricordare che il secondo mandato è il raggiungimento del limite. Dobbiamo ricordarci che abbiamo tutti accettato di avere una data di scadenza". E poi:"non siamo noi ad essere fuori dal Contratto di governo che prevede sulla sicurezza il rispetto dei principi costituzionali. Il timore che non li rispetti non è solo nostro, illustri giuristi lo confermano. Qui bisogna capire chi è che sta fuori e chi sta dentro. Di Maio ci chiede il rispetto della maggioranza, ma io gli pongo la stessa domanda. Noi abbiamo un mandato e il Contratto di governo non dice quello che viene scritto nel decreto sicurezza sul tema: sul contratto c'è scritto anzi che avremmo cercato di incentivare gli Sprar" sottolinea il senatore che continua: "non è questo il modo di fare. Non c'è stato, se pur richiesto, un confronto sul tema. Ci è stato detto che il decreto era immodificabile e ora ci si dice che siamo fuori perché diciamo quello che dicevamo in campagna elettorale". Per il senatore l'accordo di governo tra Lega e M5s non dovrebbe essere una sommatoria di provvedimenti graditi all'uno o all'altro: "Bisognerebbe fare una sintesi altrimenti rischiamo di avere due governi, non uno, ognuno dei quali che tende ad affermare i suoi temi".Quanto invece ad una sintesi interna per De Falco "l'assemblea congiunta ormai arriva troppo tardi" ed anche quella della scorsa settimana saltata per impegni d'Aula "sarebbe stata comunque tardiva: bisognava chiarirsi le idee sull' immigrazione molto prima". De Falco si spinge oltre. "Se, come mi auguro, non verrà posta la fiducia al decreto sicurezza chiederò di sottoscrivere alcuni emendamenti presentati da altre forze politiche di cui condivido il contenuto: da Leu al Pd fino a Forza Italia. E se questi emendamenti verranno bocciati chiederò di fare una dichiarazione di voto in dissenso al gruppo". E ancora:"se metteranno la fiducia vedremo. Io confido molto nelle parole di Di Maio che ha detto che alcune correzioni al dl sicurezza potranno essere decise in Aula". Nel dettaglio il senatore M5s sarebbe intenzionato a votare "se me ne daranno modo" un emendamento soppressivo dell'articolo che prevede il superamento degli Sprar di Luigi Vitali di Fi, e poi alcuni emendamenti presentati da Loredana De Petris di Leu e di Francesco Verducci del Pd. E ad agitare ancora di più le acque nel movimento, arriva anche Paola Nugnes, l'altra ortodossa 5 Stelle contraria al dl sicurezza, a cui non sono piaciute le parole di Luigi Di Maio, diffuse in una delle anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa, a proposito del dissenso interno al Movimento. "Vespa - dice all'Adnkronos - è esattamente il presentatore televisivo da cui noi avevamo promesso di non andare. E non trovo carino dire che chi si e fatto fuori dal Movimento e scomparso. Sarà scomparso all'orizzonte visivo di Di Maio ma non è detto che non operi o lavori per portare avanti ideali sociali e politici importanti. Un po' di rispetto gioverebbe a tutti".