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Sales staffs work at an Apple shop in Hanoi, Vietnam Thursday, April 10, 2025. (AP Photo/Hau Dinh)
Sospiro di sollievo per le aziende tech americane, preoccupate per le ripercussioni delle tariffe annunciate da Donald Trump, mentre il presidente auspica che dalla sfida commerciale lanciata alla Cina possa emergere “qualcosa di positivo”. La buona notizia, per i colossi dell'elettronica Usa che importano componenti dall’estero, arriva dalla Us Customs and Border Protection, l’agenzia doganale statunitense: smartphone, router, alcuni computer e laptop sono esentati dai dazi reciproci, che al momento per la Cina arrivano fino al 145%.
L’esenzione, secondo l'avviso, si applica ai prodotti che sono entrati negli Usa a partire dal 5 aprile. Non è chiaro se questi prodotti tecnologici saranno ancora colpiti dai dazi che non sono stati classificati da Trump come reciproci. La mossa del presidente potrebbe aiutare a mantenere bassi i prezzi dei dispositivi tecnologici più diffusi, che solitamente non sono prodotti in territorio americano. L’annuncio andrebbe a vantaggio di grandi aziende tecnologiche come Apple, che produce la maggior parte dei suoi iPhone in Cina, sin dal suo primo modello lanciato 18 anni fa. Semiconduttori e microchip sono tra i prodotti ampiamente esternalizzati alle fabbriche in Asia per via dei costi di produzione inferiori.
A Cupertino servirebbero anni e miliardi di dollari per trasferire - come da desiderio espresso da Trump - gli impianti negli Usa, con pesanti ricadute sul prezzo dei prodotti. Ma la Casa Bianca ha ribadito che le aziende tecnologiche, su indicazione di Trump, “stanno lavorando alacremente per riportare la produzione sul suolo americano il prima possibile”. Il presidente, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, “ha chiarito che l'America non può fare affidamento sulla Cina per la produzione di tecnologie critiche come semiconduttori, chip, smartphone e laptop. Ecco perché il presidente ha ottenuto migliaia di miliardi di dollari in investimenti negli Usa da parte delle più grandi aziende tecnologiche del mondo, tra cui Apple, Tsmc e Nvidia”.
Secondo un funzionario della Casa Bianca, come riporta la Cnn, Trump “ha dichiarato che auto, acciaio, prodotti farmaceutici, chip e altri materiali specifici saranno inclusi in tariffe specifiche per garantire che vengano applicate in modo giusto ed efficace”. Al momento Apple non ha commentato pubblicamente la sua posizione riguardo i dazi imposti da Trump a Pechino.
La questione però potrebbe emergere il 1° maggio, quando l’amministratore delegato Tim Cook risponderà alle domande degli analisti durante una call sui risultati finanziari e le strategie aziendali. Dal 2 aprile, il Liberation Day proclamato da Trump, il prezzo delle azioni di Apple è sceso del 15%, riducendo il valore di mercato dell’azienda di 500 miliardi di dollari. Ma ipotizzare i futuri scenari, dopo giorni di terremoto nei mercati, è ancora un azzardo.
Il mondo continua a guardare con ansia alle conseguenze del guanto di sfida lanciato da Trump alla Cina. Il presidente continua a dirsi ottimista. “Penso che qualcosa di positivo verrà fuori”, ha dichiarato, elogiando Xi Jinping: “Un leader molto bravo e molto intelligente”. La Casa Bianca ha parlato di ottimismo sulla possibilità di trovare un accordo con Pechino, anche se il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer ha ammesso che ancora nessun negoziato è stato avviato. Per quello che riguarda invece le trattative con gli altri Paesi, Trump ha detto che gli Stati Uniti sono “in un'ottima posizione”. Il tycoon ha quindi annunciato che potrebbero esserci delle eccezioni sull'estensione dei dazi, “ma direi che il 10% è il minimo”.