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Siamo al trecentoquattresimo giorno di guerra in Ucraina, sul campo si continua a combattere nelle stesse zone del sud est dove ormai il conflitto sembra essersi insediato stabilmente. Kherson, Melitopol. Bahkmut, sono solo i nomi di alcuni centri dove giornalmente russi ed ucraini si scambiano colpi anche se il sopraggiungere dell'inverno e del freddo pare aver congelato la situazione.
L'attenzione dunque è tutta spostata sulle dichiarazioni che giornalmente fanno pensare ad un miglioramento, a speranze di pace che poi vengono puntualmente disattese. Ne sono un esempio le parole di ieri dell'ambasciatore russo a Washington.
Per Anatoly Antonov infatti «gli Stati Uniti stanno conducendo una guerra per procura contro la Russia sul territorio dell'Ucraina, il rischio di uno scontro tra due stati è alto». Il riferimento e probabilmente al recente viaggio di Zelensky per incontrare Joe Biden, una visita dalla quale il presidente ucraino ha riportato a casa la promessa dell'invio di missili Patriot. Intanto il Senato degli Stati Uniti ha varato il bilancio per il 2023, un importo complessivo di 1,7 trilioni di dollari, incluso un altro pacchetto di aiuti a Kiev di circa 45 miliardi, in parte provenienti dai beni sequestrati agli oligarchi russi.
Con questa decisione è chiaro che il confronto tra Russia e America, seppur inframezzato da vaghe speranze di dialogo, tende a incancrenirsi. Non a caso Antonov ha ribadito che le relazioni tra Mosca e Washington sono paragonabili ad un era glaciale. E la risposta russa è già arrivata in settimana con l'annuncio di piani per formare 17 nuove divisioni e un nuovo corpo di armata.
Il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha svelato infatti che il numero degli effettivi militari sarà aumentato da 1,15 milioni a 1,5 milioni, senza mancare di citare l'altro fronte caldo che è quello dell'imminente espansione della Nato con Finlandia e Svezia.
A contribuire a far crescere la tensione c'è anche la possibile intenzione russa di tagliare ulteriormente la produzione di greggio o di spostarla verso altri mercati che non siano quelli europei. Un provvedimento che dovrebbe essere una risposta alla decisione in sede Ue di porre un tetto al prezzo e che ha già provocato evidenti rincari sui mercati internazionali. Ma a far discutere sono le rivelazioni del quotidiano Wall Street Journal su un piano di ace che Zelensky potrebbe annunciare nel primo anniversario dello scoppio della guerra. Le rivelazioni parlano di un lavoro che è stato concertato tra diplomatici europei e Usa per arrivare ad un cessato il fuoco.
In realtà qualcosa è emerso dalla visita del presidente ucraino negli Stati Uniti tanto che il segretario del Dipartimento di Stato, Antony Blinken, ha dichiarato in conferenza stampa di aver discusso con i partner del G7 una proposta di pace in Ucraina definita «un buon inizio» anche se non si e parlato di scadenze.
Il commento di Mosca è stato come al solito freddo. Il Cremlino infatti non sarebbe a conoscenza di nessuna proposta avanzata da Kiev. Per il portavoce Dimitri Peskov «tutto ciò che il presidente Zelensky ha detto finora è stato detto senza tener conto delle realtà attuali che hanno già preso forma oggi e che non possono essere ignorate».