La vicenda giudiziaria di Nadezhda Buyanova, 68 anni, conferma il momento delicato che si vive nella Russia di Vladimir Putin. Conferma la compressione, sempre maggiore, sulle libertà di opinione e di espressione e la tendenza dei Tribunali a condannare le persone accusate per i “falsi militari basati sull’odio politico e nazionale”. Un reato introdotto nel codice penale russo a seguito dell’aggressione ai danni dell’Ucraina iniziata nel febbraio 2022.

Buyanova è un medico pediatra; è stata condannata due giorni fa dal Tribunale Tushinsky di Mosca a 5 anni e mezzo di carcere - l’accusa aveva chiesto 6 anni di reclusione e il divieto di pubblicazioni su internet - per aver esposto il proprio punto di vista su quanto sta accadendo nella vicina Ucraina.

I guai giudiziari di Buyanova sono iniziati dopo una visita ad un paziente di 7 anni accompagnato dalla madre, Anastasia Akinshina. Buyanova, appresa la notizia della morte sul fronte ucraino del padre del bambino, avrebbe detto che il militare era un “obiettivo legittimo per l’Ucraina” e che “la Russia ha attaccato l’Ucraina e le forze armate russe stanno uccidendo civili in Ucraina”. All’inizio di quest’anno Buyanova è stata licenziata dalla clinica in cui lavorava.

Da quel momento in poi una serie di perquisizioni nell’abitazione e nello studio medico, visite ai parenti vietate, spostamenti limitati, fino all’arresto e al trasferimento in carcere. La difesa di Nadezhda Buyanova ha insistito invano sulla natura calunniosa delle affermazioni della madre del piccolo paziente. Anastasia Akinshina ha cambiato più volte versione e il figlio non è stato mai ascoltato. Una settimana fa a Nadezhda Buyanova è stata concessa “l’ultima dichiarazione” in udienza per sostenere la propria innocenza e ribadire la linea difensiva.

«Sono nata e cresciuta a Leopoli – ha detto Buyanova -, ai tempi in cui l’Ucraina faceva parte dell’Unione Sovietica. Il principio dell’Unione Sovietica era l’amicizia fra i popoli, l’assistenza reciproca e il rispetto reciproco. Questa amicizia è stata glorificata nella poesia e cantata tante volte. Vivo e lavoro in Russia da più di trent’anni. È doloroso leggere quanto scritto nell’atto di accusa, si trovano parole ingiuste e offensive: “Discorsi motivati dall’odio politico e nazionale”. Che tipo di odio nazionale posso provare? È tutto assurdo. L’odio è un sentimento troppo profondo; è autodistruttivo per una persona. È un sentimento che non mi appartiene come persona e come medico. I medici forniscono assistenza indipendentemente dalla nazionalità del paziente che curano. Misericordia, filantropia: senza questi valori non è possibile svolgere la professione medica».

La condanna a cinque anni e mezzo di carcere ha sorpreso gli avvocati della pediatra. In aula ieri durante l’ultima udienza c’erano oltre quaranta persone, compresi giornalisti e fotografi. Buyanova è comparsa con le manette ai polsi e ha ringraziato i presenti. «Se sono venuti in Tribunale - ha affermato - significa che non sono indifferenti al mio destino, che sono preoccupati per me e per le accuse assurde mosse nei miei confronti». Uno degli avvocati di Buyanova, Leonid Solovyov (in passato ha fatto parte del team di difensori di Alexei Navalny), ha espresso preoccupazione per le restrizioni delle libertà in Russia e per alcuni metodi che ribaltano completamente il punto di vista delle persone, esponendole a denunce e condanne.«Purtroppo – ha commentato Solovyov -, in questo momento in Russia non c’è giustizia. Faremo appello contro la sentenza e spero che la verità possa emergere».

Dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina, i residenti delle città russe organizzano quasi ogni giorno manifestazioni di protesta contro la guerra. I rischi che corrono non sono pochi, considerate le norme liberticide nel frattempo approvate. I discorsi e le dichiarazioni contro la guerra provocano l’apertura sistematica di procedimenti penali.

Attualmente, come rileva l’organizzazione per i diritti umani Ovd-Info, pendono un migliaio di processi a carico di persone che hanno protestato contro la guerra in Ucraina. Secondo l’avvocata di Ovd-Info, Eva Levenberg, la condanna di Buyanova si distingue da tutti gli altri casi in cui è stato applicato l’articolo del codice penale russo sui “falsi militari”, dato che le dichiarazioni che sarebbero state fatte sono state riferite da un’altra persona alla polizia senza alcuna verifica.

«Abbiamo una vasta esperienza – ha evidenziato l’avvocata Levenberg - nella gestione dei casi rientranti nell’articolo 207.3 del codice penale. La vicenda di Nadezhda Buyanova si distingue per il livello di cinismo e le falsificazioni apportate ad alcune dichiarazioni. Senza tralasciare, inoltre, i continui tentativi di ridimensionare l’attività difensiva, i dubbi sulla correttezza di chi ha condotto le indagini con una serie di anomalie che devono far riflettere, a partire da alcune prove create a tavolino».

Nella Russia di Putin non devono mai mancare il colpevole e la condanna esemplare quando si parla di “falsi militari”.