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A Milano un gruppo di manifestanti, di circa 1200 persone, ha cercato di far partire un corteo pro Palestina. Gli organizzatori si erano riuniti attorno alle ore 15 in piazzale Loreto, angolo via Padova, con l’intenzione di spiegare ai partecipanti i motivi del rinvio dell’iniziativa.
Momenti di tensione con cariche di alleggerimento e respingimento a Milano. I manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine, ma sono stati respinti.
Le forze dell’ordine comunicano di aver messo in atto una “dinamica azione di contenimento, verso le 16.40, all’inizio di via Padova, per resistere al violento tentativo di un gruppo di manifestanti di contravvenire alle disposizioni con il chiaro intento di procedere in corteo in direzione esterno città”. I poliziotti e i carabinieri dei reparti, si legge in una nota, hanno fronteggiato “in maniera decisa” i manifestanti. La questura ha predisposto un rafforzamento dei reparti alle due estremità di via Padova.
Verso le 17.20 il gruppo, dopo aver tentato lo sfondamento in direzione esterno città, si è mosso in direzione opposta verso piazzale Loreto. Anche in quel caso, però, non sono riusciti a superare il cordone di sicurezza. Conseguentemente, ha avuto inizio un graduale deflusso.
Ex terrorista Giordano: «Rinvio cortei è imposizione del governo»
Il divieto e il rinvio delle manifestazioni «è una imposizione del governo Meloni per fare un favore alle comunitarie ebraiche». Lo dice a LaPresse l’ex terrorista Francesco Giordano, presente all’incontro in piazzale Loreto, nel capoluogo lombardo. «Credo che la scelta delle organizzazioni palestinesi sia quella giusta. I palestinesi lo hanno spiegato bene: i palestinesi sono semiti, quindi accusare un palestinese di essere antisemita è una contraddizione assolutamente inaccettabile, è una offesa che per chi sta subendo un genocidio è inaccettabile».