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Due agenti del Reparto Mobile sono rimasti feriti durante gli scontri con i manifestanti anti-coprifuoco nel corso del corteo di protesta che stanotte si è snodato da piazza del Popolo a piazzale Flaminio e lungotevere delle Navi. Entrambi gli agenti hanno riportato contusioni lievi, uno è stato portato in ospedale non in gravi condizioni. Sono 13 i fermati e 7 gli arrestati dagli agenti della Digos. Distrutti dai manifestanti, molti dei quali sarebbero appartenenti al mondo della tifoseria ultras, cassonetti dell’immondizia, danneggiati motorini e macchine parcheggiate anche sotto agli occhi di tanti residenti che hanno filmato la devastazione e messo in rete i video. Il corteo anti coprifuoco, annunciato con un tam tam sui social già nella giornata di ieri, si è sciolto quasi del tutto e la situazione, diventata critica con gli agenti del Reparto mobile costretti a caricare in piazza del Popolo, sembra ora esser tornata alla normalità. Incendiati alcuni cassonetti ed esplosi petardi e bombe carta. I manifestanti - circa un centinaio - sono vicini al gruppo di estrema destra Forza Nuova e si sono riuniti in piazza a partire dalle 23.45 per disattendere il coprifuoco imposto dal governo alle 24, così come era successo venerdì sera a Napoli (dove il numero di manifestanti è stato, però, molto più alto). Una protesta contro la «dittatura sanitaria e il coprifuoco». A guidare la piazza il leader romano di FN, Giuliano Castellino. «Noi siamo qui e ci saremo anche dopo la mezzanotte. Non si può accettare che un minuto dopo la mezzanotte c’è il virus e un minuto prima no - ha dichiarato -. La vostra narrazione del Covid è quella che sta permettendo di chiudere tutto: oggi abbiamo un presidente del Consiglio che viola la legge, perché la legge dice che è vietato girare con il volto coperto. Non sono negazionista, il Covid esiste, è un’influenza ma non si muore di Covid».