Le autorità sudcoreane hanno richiesto un mandato di arresto per il Presidente destituito Yoon Suk Yeol nell’ambito delle indagini sulla dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre, sospettata di costituire ribellione. L’Ufficio per le Indagini sulla Corruzione dei Funzionari di Alto Rango, che guida l’inchiesta congiunta con polizia e autorità militari, ha confermato la richiesta al Tribunale Distrettuale di Seoul Western.

Il legale di Yoon, Yoon Kap-keun, ha contestato il mandato, sostenendo che «un presidente in carica non può essere perseguito per abuso di potere» e ha presentato un ricorso per invalidare la richiesta. Tuttavia, non ha risposto su come intenda agire se il tribunale dovesse approvare il mandato. Secondo il legale, l’agenzia anti-corruzione non avrebbe l’autorità legale per indagare su accuse di ribellione.

«Ovviamente ci sono opinioni accademiche diverse sul fatto che un presidente possa essere indagato per abuso di potere», ha aggiunto Yoon Kap-keun. «Anche se le indagini sono permesse, l’opinione prevalente è che dovrebbero essere esercitate con la massima cautela». L’agenzia anti-corruzione non ha risposto immediatamente ai commenti dell’avvocato.

Le accuse a Yoon

Le accuse contro Yoon includono abuso di potere e organizzazione di una ribellione. L’immunità presidenziale dalla persecuzione penale non si estende a reati come ribellione o tradimento. Nonostante ciò, non è chiaro se il tribunale concederà il mandato o se Yoon potrà essere costretto a presentarsi per l’interrogatorio.

Dopo l’impeachment approvato dall’Assemblea Nazionale il 14 dicembre, i poteri di Yoon sono stati sospesi. Il decreto di legge marziale, durato solo poche ore, ha scatenato settimane di tumulti politici e ha interrotto importanti negoziati diplomatici, provocando instabilità nei mercati finanziari.

Il destino di Yoon ora dipende dalla Corte Costituzionale, che sta esaminando se confermare l’impeachment e rimuoverlo formalmente dalla carica o reintegrarlo. La Corte è composta da nove membri, ma tre seggi sono vacanti. Per confermare la rimozione, sono necessari sei voti favorevoli.

Nel frattempo, il nuovo leader ad interim, il vice Primo Ministro Choi Sang-mok, non ha ancora chiarito se intenda nominare i nuovi giudici della Corte Costituzionale. Choi si sta attualmente occupando delle conseguenze di un incidente aereo che ha causato la morte di 179 persone.

Le indagini hanno già portato all’arresto del ministro della Difesa di Yoon, del capo della polizia e di diversi comandanti militari coinvolti nell’esecuzione del decreto. Tra le accuse rivolte a Yoon c'è anche il tentativo di bloccare il voto dell’Assemblea Nazionale, inviando centinaia di soldati armati per circondare l’edificio.

Yoon ha difeso la dichiarazione di legge marziale, definendola «un atto necessario di governance» contro l’opposizione democratica. Tuttavia, queste affermazioni sono state contraddette dal comandante Kwak Jong-keun, che ha testimoniato di aver ricevuto ordini per «distruggere rapidamente la porta e trascinare fuori i parlamentari».

Il decreto ha anche coinvolto l’intelligence militare, che ha inviato truppe alla Commissione Elettorale Nazionale con l’intento di verificare presunte vulnerabilità nei sistemi informatici elettorali. Yoon ha suggerito, senza prove, che le elezioni parlamentari di aprile siano state truccate, un'accusa smentita dalla commissione elettorale.

L’esito delle indagini e delle decisioni della Corte Costituzionale determinerà il futuro politico di Yoon Suk Yeol, segnando un momento cruciale per la democrazia sudcoreana.