Il presidente sudcoreano deposto, Yoon Suk-Yeol, oggetto di un mandato d’arresto per insurrezione, potrebbe aver abbandonato la sua residenza ufficiale, dove si era trincerato a metà dicembre dopo essere stato messo in stato d'accusa dal Parlamento per aver proclamato la legge marziale. Lo riferisce la polizia sudcoreana, che sta indagando per localizzare Yoon e procedere al suo arresto.

L’ultima conferma della presenza del presidente nella residenza risale a venerdì scorso, quando il servizio di sicurezza presidenziale aveva respinto un primo tentativo di arresto. Oh Dong-won, direttore dell’agenzia statale per i reati dei funzionari, ha dichiarato: «Si stanno valutando diverse possibilità», rispondendo alle domande dei parlamentari dell'opposizione sull’eventualità di una fuga. Tuttavia, un portavoce dell’Ufficio presidenziale ha affermato all’agenzia Yonhap: «Per quanto ne sappiamo, il presidente si trova attualmente nella sua abitazione ufficiale».

Un’eventuale fuga aggraverebbe la crisi istituzionale iniziata il 3 dicembre, quando Yoon ha dichiarato lo stato d’emergenza. Il Parlamento lo ha destituito il 14 dicembre, ma la rimozione definitiva dipende dalla Corte costituzionale, che deciderà entro giugno. Yoon, a cui è vietato lasciare il Paese, rischia l’ergastolo o la pena di morte per insurrezione, reato che non rientra nell’immunità presidenziale, sebbene la pena capitale sia sospesa da quasi 40 anni.

L’ufficio di presidenza di Yoon ha comunque smentito che il presidente destituito abbia deciso di fuggire.