L'Assemblea nazionale sudcoreana ha approvato la mozione per la messa in stato d'accusa del presidente Yoon Suk Yeol. Il testo, che apre la strada alla destituzione del capo dello Stato, è passato con il voto favorevole di 204 su 300 parlamentari.

Yoon, che la scorsa settimana ha innescato una gravissima crisi istituzionale proclamando la legge marziale, aveva sinora evitato l'impeachment poiché la maggior parte dei parlamentari del suo partito, il Partito del potere dei nazionali (Ppp) aveva boicottato il voto sulla prima mozione. Ora, però, il presidente è rimasto isolato dal suo stesso partito, dopo il suo rifiuto di dimettersi spontaneamente e demandare i poteri al primo ministro.

Una volta formalizzato l'esito del voto, secondo quanto stabilisce la Costituzione, Yoon viene sospeso dall'incarico e il primo ministro, Han Duck-soo assume l'interim fino a quando - entro un massimo di 180 giorni - la Corte costituzionale non pronuncerà la sentenza definitiva. Sul voto del massimo tribunale gravano peraltro alcune incognite.

Ad ottobre, infatti, si sono dimessi tre dei nove giudici della Corte ed essendo necessaria la maggioranza dei due terzi, la decisione del parlamento potrebbe essere confermata solo con il voto favorevole di tutti i sei membri in funzione. Gli esperti sono inoltre divisi sulla legittimita' di un pronunciamento adottato dalla Corte in formato ridotto, immaginando margini di impugnazione da parte di Yoon.