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Aveva denunciato il rapimento di tre figlie di 21, 19 e 8 anni, ma è stato arrestato per maltrattamenti, calunnia, sequestro di persona continuato e costrizione e induzione a contrarre matrimonio. Un uomo di 51 anni, di etnia rom e residente in un campo nomadi alle porte di Pisa, da anni puniva le due figlie di 21 e 19 anni, picchiandole e vessandole psicologicamente, perché le considerava troppo ribelli. Entrambe avevano scelto in modo autonomo i propri fidanzati rifiutando di contrarre matrimonio con due cugini bosniaci con i quali egli aveva pattuito la “vendita”.
Dalla denuncia di rapimento, avvenuta ai primi di agosto, la procura e la polizia di Pisa hanno attivato le indagini che venerdì hanno portato all’arresto dell’uomo. Si tratta inoltre del primo caso in Italia dell’applicazione della custodia cautelare per il reato di costrizione e induzione al matrimonio, introdotto dal “Codice Rosso”. I fatti sarebbero avvenuti all’interno di alcune roulotte del campo nomadi di Coltano.
All’interno di una di queste, le due giovani venivano segregate e punite, lasciate per giorni a pane e acqua, costrette al taglio dei capelli. Sempre qui è stata trovata nascosta la figlia di 8 anni della quale l’uomo aveva denunciato il rapimento, poi rivelatosi falso, per dare più forza all’avvio delle indagini della polizia mirate a rintracciare le due sorelle.
Ma le ragazze in realtà erano fuggite dal campo nomadi assieme ai fidanzati romeni, loro coetanei. Proprio i due fidanzati erano stati accusati dall’uomo di aver rapito le figlie. Una delle due viene convinta e rientra a Pisa e accetta di sposare un cugino. Il prezzo della “cessione” si aggira fra i 12 e i 13mila euro. Le nozze avvengono in un banchetto allestito nel parcheggio del campo nomadi, secondo una precisa “liturgia” fatta di riti e simboli. Al termine una stretta di mano suggella “l’affare”.