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Fra una settimana Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i due ragazzi di Acilia accusati del ferimento del nuotatore 19enne di origini trevigiane Manuel Bortuzzo, potrebbero conoscere il proprio destino giudiziario. Ieri il pm Elena Neri ha chiesto la loro condanna, in abbreviato ( e quindi con lo sconto di un terzo della pena), a 20 anni di reclusione per duplice tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, per porto, detenzione e ricettazione della pistola calibro 38 e per la rissa scoppiata in un pub con una banda di pusher rivali poco prima della sparatoria dimostrativa all’Axa nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorso. Nell’immediatezza dei fatti, gli investigatori ipotizzano subito una scambio di persona.
Stando alla ricostruzione del pm, i due imputati la notte tra il 2 e il 3 febbraio scorso in piazza Eschilo all’Axa, spararono tre colpi d’arma da fuoco da distanza ravvicinata all’indirizzo di Manuel Bortuzzo e della fidanzata Martina Rossi che stavano prendendo le sigarette da un distributore automatico. Bazzano, che era alla guida del motorino, rallentò per consentire a Marinelli di prendere la mira. I due imputati, che vengono giudicati in abbreviato, cercavano di vendicarsi dopo essere stati picchiati da una banda di pusher rivali in una rissa scoppiata al “ÒConnell Irish pub” poco distante. Bortuzzo, giovane promessa dal nuoto, venne raggiunto alle spalle da un proiettile che penetrando nella regione toracica arrivò alla schiena provocando una lesione midollare completa.
Il ragazzo perse l’uso delle gambe e da allora si muove su una sedia a rotelle. La fidanzata si salvò per un caso. Il 6 febbraio i due aggressori di Acilia furono fermati dalla polizia e ammisero di aver sparato colpendo Bortuzzo per errore. Versione confermata davanti al pm, anche se poi i due preferirono avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip.
Il loro difensore, l’avvocato Alessandro De Federicis, dice che gli aggressori sono «distrutti» e pronti «a chiedere scusa» alla famiglia del nuotatore.
L’ 8 febbraio il gip Costantino De Robbio convalidò il provvedimento di fermo e firmò una misura di custodia cautelare in carcere. «È altamente probabile il rischio di reiterazione dei delitti della stessa specie di quello contestato - scrive il giudice - attese le modalità con cui il delitto è stato perpetrato». Per il magistrato, quanto avvenuto all’Axa «denota la mancanza di controllo e l’estrema pericolosità degli indagati, che non hanno esitato a recuperare una pistola che evidentemente avevano in precedenza acquistato e tenevano pronta per usarla, e programmare un omicidio brutale senza apparente motivo per poi allontanarsi dal luogo ridendo». Marinelli e Bazzano hanno agito, secondo il gip, «con assoluta mancanza di scrupolo e di controllo», esplodendo «numerosi colpi di arma da fuoco verso le parti vitali della vittima, con evidente intento di ucciderla e non di ferirla».
L’avvocato Massimo Ciardullo, difensore di parte civile per conto della famiglia Bortuzzo, ha chiesto ai due imputati per il ferimento di Manuel, che ha perso definitivamente l’uso delle gambe. Il ragazzo vive a Roma, in compagnia del padre, e fa quotidianamente riabilitazione presso l’istituto Santa Lucia. «Non è il caso di scomodare le tabelle per quantificare i danni. La vita di Manuel e dei suoi familiari è ormai sconvolta. Una sentenza severa già l’abbiamo avuta e mi riferisco al referto medico. Ci aspettiamo una sentenza altrettanto severa da parte del giudice».