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«Chiediamo al governo italiano di intervenire. Chiediamo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di essere ricevuti. Teresa merita la medaglia d’oro al valor civile ma anche che l’Italia si interessi al suo caso e attivi i propri canali diplomatici per indurre la Svizzera ad assumersi le proprie responsabilità e a farsi carico delle esigenze dei prossimi congiunti di Teresa». È questo l’appello lanciato dall’avvocato Francesco Verri, legale della famiglia di Teresa Scavelli, la 46enne uccisa mercoledì 2 settembre mentre tentava di salvare i tre bambini a cui stava facendo da baby sitter dall'aggressione di un ragazzo svizzero di 22 anni, che aveva gravi problemi psichiatrici. La donna, originaria di Cotronei ( Crotone), è stata uccisa a San Gallo, nel cantone tedesco della Svizzera.
Verri, che cura gli interessi anche del Comune in questo caso, ci dice che «sia i giornali italiani che quelli svizzeri hanno scavato nella vita dell’aggressore. Viene descritto, sulla base di fonti ufficiali, come uno sbandato più volte ricoverato per gravi problemi psichici e noto alla polizia per abuso di droga. Eppure era libero. Ed è stato libero di uccidere». Per questo il legale, senior partner dello studio Grants, chiede «al governo Svizzero e del cantone di San Gallo cosa abbiano intenzione di fare. Chiediamo che si prendano cura della famiglia di Teresa, dei suoi figli, del marito. La famiglia non ha ricevuto alcun messaggio da parte delle Autorità svizzere, neppure di cordoglio. Solo gli inquirenti hanno interloquito con la figlia. La famiglia ha persino dovuto pagare le spese di trasporto della salma in Italia. E questo è francamente inaccettabile». E chiude: «Quel che è accaduto non si esaurisce in un ambito privato, non riguarda solo la famiglia di Teresa ma l’Italia e la Svizzera. Tre bambini svizzeri sono vivi perché una donna italiana si è sacrificata per loro».