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Quello dell’ong internazionale “Azione contro la fame” sulla situazione umanitaria in Yemen è un vero e proprio grido di allarme. Il conflitto che dal 2015 incendia il paese della penisola arabica oltre ad aver provocato migliaia di vittime della guerra sta creando una carestia potenzialmente devastante.
«Quando parliamo di Yemen, parliamo di un Paese che ha 24.4 milioni di persone che necessitano di aiuti umanitari» spiega Valentina Ferrante, Country Director di Azione contro la Fame in Yemen. Nel corso di quattro anni sono state prese di mira infrastrutture civili, sia pubbliche che private, tra cui scuole, strutture sanitarie, mercati, strade, terreni agricoli, sistemi idrici, fonti di energia e edifici residenziali.
Questi tipi di attacchi rappresentano un attacco a un’intera popolazione che dipende da queste strutture per sopravvivere e hanno sistematicamente impedito agli yemeniti di accedere a acqua potabile, cibo e assistenza sanitaria, contribuendo ad aumentare il rischio di fame, colera e altre malattie infettive. «La situazione è complessa non solo per i civili, che sono le prime vittime di questa guerra» continua Valentina Ferrante «ma anche per tutto l’intervento umanitario che è molto complicato e estremamente pericoloso. Una cosa però che è necessario tenere a mente è il fatto che il semplice intervento umanitario non sarà sufficiente. Abbiamo bisogno di uno sforzo e un intervento internazionale per far rispettare alle parti in conflitto l’accordo di Stoccolma».
Lo Yemen è da sempre il paese più povero del Medio Oriente e i livelli di povertà, compresi quelli di malnutrizione, erano già allarmanti prima del conflitto. Tuttavia, l’aumento dell’insicurezza alimentare delle famiglie, l’insorgenza di malattie e il collasso del sistema sanitario, insieme a un’inflazione elevata e al declino dell’economia hanno contribuito ad aggravare la situazione alimentare nel paese. Agli yemeniti non è consentito un accesso certo e senza ostacoli agli aiuti, mentre gli operatori umanitari non riescono a entrare in contatto in modo sicuro e senza impedimenti a chi necessita di assistenza. «Questa crisi è una crisi di accesso, o piuttosto di mancanza di accesso: gli yemeniti non hanno più accesso ad un’adeguata assistenza sanitaria, al cibo, all’acqua potabile sicura, mentre gli operatori umanitari non riescono aintervenire sulla scala dei bisogni. La crisi nello Yemen sta avendo un impatto sulla vita quotidiana di uomini, donne e bambini che sono privati di tutto» dice Isabelle Moussard Carlsen, Direttore delle Operazioni.
Per quella che è stata descritta come la «peggiore crisi umanitaria del nostro tempo», le ong esortano la comunità internazionale a sostenere misure che proteggano i civili yemeniti e spingano i loro alleati a trovare una soluzione politica pacifica al conflitto. «Ciò che davvero speriamo per il popolo dello Yemen è che il cessate il fuoco regga e che tutte le parti si attengano ai termini dell’accordo, rendendo possibile la pace» chiosa Véronique Andrieux, CEO di Azione contro la Fame Francia.