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«Sono anni che ci dicono che questa misura non si può realizzare, che non c’erano i soldi. E invece ce l’abbiamo fatta». Mentre il decretone ha avviato il suo iter parlamentare, Luigi di Maio ha postato “la prima pietra” per il reddito di cittadinanza, presentando la card numero uno e il sito sul quale, dal 6 marzo, sarà possibile presentare le domande per aver accesso alla misura cardine delle politiche del M5s. Il ministro del Lavoro, sul palco dell'Auditorium Enel, ha snocciolato requisiti e finalità di una «grande rivoluzione del mondo del lavoro» realizzata in meno di un anno di governo. «In questi mesi abbiamo trovato i soldi, quando ci dicevano che non c’erano, abbiamo scritto il decreto, quando ci dicevano che mancavano le norme e oggi facciamo un altro passo in avanti per smentire coloro che in questi anni e in questi mesi ci hanno detto che il reddito di cittadinanza è un’illusione e una presa in giro per i cittadini italiani», ha spiegato il vicepremier. Un lavoro «di squadra» presentato citando Albert Einstein per sfidare i detrattori: «tutti coloro che dicono che è impossibile - ha sottolineato Di Maio - dovrebbero lasciar stare chi ce la sta facendo».
Al suo fianco, sul palco, il premier Giuseppe Conte ha parlato di una misura complessa, «fondata su un patto di lavoro e formazione», un meccanismo di inclusione sociale per il quale «abbiamo faticato tanto», assieme a Inps e Poste Italiane, ma che ha reso il governo «orgoglioso». Per il presidente del Consiglio si tratta di «una conquista di civiltà» realizzata studiando le riforme simili realizzate in Europa e fuori dall’Unione, nella speranza che, un giorno, sia l’Italia a diventare oggetto di studio.
Al momento la riforma muove i primi passi, «rispettando il cronoprogramma» con il lancio del portale online. Un sito sul quale non solo si potranno inoltrare le domande per accedere al reddito, ma sul quale sarà possibile conoscere quali adempimenti compiere per arrivare preparati al giorno x. Il reddito - che potrà essere richiesto tramite Caf, portale online e Poste - potrà essere richiesto dal 6 al 31 marzo, per avere la prima mensilità già ad aprile e ha una durata di 18 mesi ( rinnovabile). Tra i requisiti ci sono l’obbligo di residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in via continuativa, un Isee inferiore a 9.360 euro, con un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore a 30mila euro e un patrimonio finanziario non superiore a 6mila euro, che può essere incrementato fino a 20mila per i nuclei più numerosi. «Questi requisiti - ha affermato Di Maio - si rivolgono a quella fascia sociale che è più in difficoltà in questo momento». Ma gli aventi diritto dovranno sottoscrivere un patto per il lavoro, che mette al centro le imprese, attorno alle quali, ha spiegato il vicepremier, è stato costruito il reddito.
«Chi assumerà o vorrà formare può ottenere fino a 18 mesi di sgravi pari al reddito che sta prendendo quella persona», ha evidenziato. Domanda e offerta si incroceranno grazie ad un software unico che consentirà di individuare le figure professionali mancanti, che verranno formate grazie alla «rivoluzione dei navigator», ovvero le 10mila persone che verranno assunte come tutor e che medieranno tra il mondo delle imprese e i percettori del reddito.
Sono circa 5 milioni le persone coinvolte, tra le quali un milione e 700mila famiglie, a sostegno delle quali verranno «iniettati» 8 miliardi di euro l’anno «nell’economia reale», altro punto caro a Di Maio. Ma soprattutto, entro 12 mesi al percettore arriverà una proposta di lavoro. Non si tratta, dunque, di assistenzialismo, ha giurato, ma di «una misura che dà fiducia alle persone e al tempo stesso chiede di impegnarsi per dei doveri, come quelli dei lavori di pubblica utilità e dei progetti di pubblica utilità». Insomma, il cittadino firmerà un «contratto» con lo Stato, impegnandosi «a fare una serie di cose», pena la decadenza dal programma.
Di Maio ha dunque mostrato alla platea la prima di tre milioni di card che verranno utilizzate per l’erogazione del reddito, identica a quella classica, per evitare discriminazioni e riconoscimenti. «È uno Stato che sta diventando amico dei cittadini dopo tanti anni di iniziative pro austerity», ha aggiunto, grazie ad una tessera che verrà utilizzata anche per erogare la pensione di cittadinanza - «minimo 780 euro» - a 500mila anziani, ma destinata ad «incrementarsi» e coinvolgere più persone. A giovarne saranno anche le imprese del territorio, «dove i cittadini spenderanno in beni di prima necessità», dando respiro ad un’economia in crisi, per la quale l’unica soluzione «è aumentare la domanda interna» dopo anni in cui si è investito «soltanto sulle esportazioni».