Il giudice nel caso dei pagamenti segreti che coinvolge il presidente eletto Donald Trump ha preso una decisione cruciale che potrebbe chiudere il caso senza conseguenze significative. Venerdì, il giudice di Manhattan, Juan M. Merchan, ha fissato la sentenza per il 10 gennaio, dieci giorni prima dell'inaugurazione presidenziale, pur suggerendo una pena che equivarrebbe alla chiusura del caso.

Trump, tuttavia, cerca di ribaltare la condanna e di far cadere l'intero procedimento. Steven Cheung, direttore della comunicazione del presidente eletto, ha dichiarato che Trump «continuerà a combattere». L'esito del caso, senza precedenti, resta incerto.

Trump è stato condannato a maggio per 34 capi d'accusa di falsificazione di documenti aziendali legati a un pagamento di 130.000 dollari, effettuato tramite il suo ex avvocato personale nel 2016, per impedire a Stormy Daniels di divulgare un presunto rapporto. Trump nega le accuse e dichiara la sua innocenza.

Dopo rinvii richiesti dai legali, la sentenza è stata fissata per il 10 gennaio. Il giudice Merchan ha rifiutato la richiesta di Trump di annullare la condanna e ha ordinato la sua partecipazione, virtuale o in presenza.

Merchan ha indicato che «l'opzione più praticabile» sembra essere una scarcerazione incondizionata, che chiuderebbe il caso senza carcere, multe o libertà vigilata, ma con la condanna registrata. Ogni condannato per reato penale a New York deve fornire un campione di DNA al database statale, anche in caso di scarcerazione incondizionata.

La situazione legale è complessa. Trump potrebbe fare appello alla condanna, ma non alla sentenza del 10 gennaio, come spiegato dall'ex giudice Diane Kiesel. Gli avvocati di Trump hanno cercato di trasferire il caso alla corte federale, e la Corte d'Appello del 2° Circuito riceverà una risposta il 13 gennaio.

Il team di difesa potrebbe anche coinvolgere la Corte Suprema, sostenendo che il caso solleva questioni di immunità presidenziale. Secondo la difesa, la Costituzione consente un ricorso alla Suprema Corte per tali motivi. Un portavoce di Trump ha dichiarato che non è stata ancora presa una decisione su un eventuale ricorso contro la sentenza di Merchan. I pubblici ministeri non hanno commentato, ma in passato hanno proposto di posticipare la sentenza fino a dopo il mandato presidenziale o chiudere il caso senza pena effettiva, opzioni che Merchan ha ritenuto insostenibili.

Trump potrebbe anche scegliere di auto-graziarsi, ma solo dopo la sentenza e solo per reati federali. Questo caso, essendo statale, non rientra nella grazia presidenziale.