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I familiari di Hasib Omerovic
Lo ha picchiato senza ragione, poi lo ha legato a una sedia con un filo elettrico strappato da un ventilatore, lo ha ricoperto di schiaffi, di insulti e minacce. Un trattamento talmente brutale e disumano che la vittima, il 36enne sordomuto Hasib Omerovic, si è gettata dalla finestra per sottrarsi all’aguzzino, completamente sopraffatta dal terrore.
È quanto emerge dalle indagini della procura di Roma coordinate dall'aggiunto Michele Prestipino e dal pm Stefano Luciani che ieri hanno disposto gli arresti domiciliari per l’agente di polizia Andrea Pellegrini con l’accusa di tortura ma anche falso ideologico in concorso con altri quattro colleghi, reato che sarebbe emerso dopo il controllo delle chat dei poliziotti, con il tentativo di insabbiare l’aggressione»
«Gli accadimenti sono indubbiamente di entità grave, commessi in spregio della funzione pubblica svolta, nonché violando fondamentali regole di rispetto della dignità umana. I ripetuti atti di violenza e minaccia appaiono del tutto gratuiti. Pellegrini non ha avuto alcuna remora di fronte ad un ragazzo sordomuto e una ragazza con disabilità cognitiva (la sorella Sonita) compiendo ripetuti atti violenti, sia sulle persone che sulle cose e gravemente minatori, così da denotare pervicacia e incapacità di autocontrollo», scrive il Gip del tribunale di Roma Ezio Damizia.
I fatti risalgono allo scorso 25 luglio nel popolare quartiere romano di Primavalle durante una perquisizione dell’appartamento di Omerovic. Gli agenti lo sospettavano di aver molestato delle adolescenti in seguito ad alcune segnalazioni apparse sui social network, in particolare Facebook.
Doveva essere un’ispezione di routine, Pellegrini era accompagnato da quattro poliziotti e Omerovic è manifestamente un soggetto inoffensivo.
E invece si è trasformata in un incubo con atti di violenza gratuita ai limiti del sadismo che ha portato il 36enne di origine rom a gettarsi nel vuoto in un drammatico volo di oltre otto metri in cui non ha perso la vita per puro miracolo.
A cinque mesi dalla caduta Omerovic è però ancora ricoverato al reparto di neuroriabilitazione del policlinico Gemelli, reduce da una decina di interventi chirurgici. Anche se molto lentamente, le sue condizioni migliorano.
La procura ha ricostruito nei dettagli la dinamica dell’aggressione, la sua cruda insensatezza: «Pellegrini è entrato all'interno dell'abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo ha colpito Omerovic «con due schiaffi nella zona compresa tra il collo e il viso, contestualmente rivolgendo al suo indirizzo, con fare decisamente alterato, la seguente frase: “Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina” poi ha impugnato un coltello da cucina brandendolo contro di lui». In seguito Pellegrini «ha sfondato la porta della stanza di Omerovic, dopo avere strappato il filo elettrico dal ventilatore che utilizzava per legare i polsi di Omerovic, , urlando al suo indirizzo la seguente frase "se lo rifai, te lo ficco nel c.", poi lo colpiva nuovamente con uno schiaffo e continuava ad urlare nei suoi confronti, dicendogli ripetutamente "non lo fare più"».
Praticamente una spedizione punitiva come fa notare lo stesso Gip: «L'attività di identificazione del sospetto è divenuta semplicemente un pretesto e che integrano, almeno nella valutazione di questa sede, il delitto di tortura»-
Pare che Pellegrini, ex simpatizzante del gruppo di estrema destra Forza Nuova, non fosse nuovo a comportamenti incongrui con la divisa che indossa e che si pavoneggiasse spesso con i colleghi delle lezioni che impartiva agli odiati «pedofili» o a chi lui riteneva essere tali. Un giustiziere manesco e autoritario che agisce al di sopra delle regole e che a tempo perso svolgeva l’attività di investigatore privato per arrotondare lo stipendio.
In passato Pellegrini aveva ricevuto provvedimenti disciplinari ed era stato trasferito dalla squadra mobile.
Qualche anno fa ha subito anche un arresto per furto in un centro commerciale durante un viaggio turistico in Florida, salvandosi dal carcere tramite il pagamento della cauzione.
Come scrive Damizia nell’ordinanza che convalida i domiciliari: «Dall’interrogatorio di un agente che lavora con lui emerge che Pellegrini è aduso a comportamenti aggressivi nell'espletamento delle attività di servizio ein spregio alla sua funzione e che, in alcuni episodi, si era persino vantato con il collega di aver malmenato un pedofilo in occasione di un arresto».