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Cosimo Ferri Csm
Un Consiglio superiore della magistratura scaduto il mese scorso ed in “prorogatio” causa il prematuro scioglimento delle Camere ha celebrato ieri la prima udienza del procedimento disciplinare nei confronti di Cosimo Ferri, storico leader di Magistratura indipendente, la corrente moderata delle toghe, e parlamentare uscente di Italia Viva.
Il disciplinare, iniziato fuori tempo massimo, ha per oggetto condotte commesse circa dieci anni fa, quando Ferri aveva accompagnato da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli a Roma il consigliere di Cassazione Amedeo Franco, relatore della sentenza che nel 2013 condannò in via definitiva il Cav per frode fiscale nel processo Mediaset per i diritti televisivi. Franco, morto nel 2019, davanti all’ex premier aveva sposato la tesi che i giudici della sezione feriale della Cassazione fossero stati prevenuti nei confronti di Berlusconi il quale si sarebbe allora trovato davanti ad un «plotone d’esecuzione».
Aver accompagnato Franco da Berlusconi aveva determinato per Ferri l’accusa di grave scorrettezza. Prima dell'inizio del dibattimento, l'avvocato Luigi Panella, difensore di Ferri, ha depositato una istanza di ricusazione per tre dei sei componenti della sezione disciplinare: i togati progressisti Giuseppe Cascini ed Elisabetta Chinaglia, e il davighiano Giuseppe Marra. I primi due in passato, per la difesa di Ferri, avevano espresso giudizi molto critici nei confronti di quest'ultimo.
Marra, invece, era stato a lungo amico di Ferri avendo militato anch'egli in Magistratura indipendente prima di rompere ed andare con Piercamillo Davigo, ora imputato a Brescia per rivelazione del segreto nella vicenda sui verbali di Piero Amara sulla Loggia Ungheria. La decisione sulla ricusazione è attesa nei prossimi giorni. Sul prosieguo del processo, comunque, incombe la nomina da parte del Parlamento dei dieci componenti laici del Csm. Una volta nominati, essendo già stati eletti i venti togati, l’attuale consiglio terminerebbe i propri lavori e a Ferri toccherebbe un nuovo collegio giudicante.