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Niente mediazione, si va a giudizio. È fallito il tentativo obbligatorio di mediazione del 14 gennaio tra la Casaleggio associati e gli avvocati che hanno rilevato la testata torinese L’Incontro, fondato settant’anni fa dall’avvocato e partigiano Bruno Segre e da meno di un anno rilevato da un gruppo di avvocati torinesi e milanesi, che continuano ad animare la testa online.
I tentacoli della Casaleggio, infatti, si sono imbattuti nel web in un articolo dal titolo: «Rousseau, oblio su una distorsione paradossale della democrazia» e hanno scelto le vie leali, intentando una causa civile per danni.
Dal canto loro, gli avvocati non hanno alcuna intenzione di arretrare o di eliminare dal sito del giornale l’articolo, come ha ribadito il direttore responsabile, Beniamino Bonardi. Dello stesso avviso anche l’ultracentenario Bruno Segre, che ha voluto partecipare al tentativo di mediazione, alla quale Casaleggio e i suoi difensori erano presente in collegamento Skype.
«Sono venuto soprattutto ha scherzato Segre - per ringraziare la controparte, che ci ha fatto una pubblicità incredibile, e poi perché la libertà di stampa è un presupposto della democrazia e un diritto civile fondamentale, che evidentemente la controparte ignora».
L’autore dell’articolo, Riccardo Rossotto, legale torinese esperto di diritto della Rete ha spiegato al Dubbio: «In sede di mediazione ci siamo dichiarati indisponibili ad abiure, rettifiche e tantomeno a parlare di danni: la sorpresa per la contestazione di Casaleggio è stata grande: ci aspettavamo che, come da tradizione dell’Incontro, nascesse un confronto dialettico, invece abbiamo ottenuto una risposta giudiziaria che lascia molta amarezza».
Per spiegare il contenuto dell’articolo “incriminato” ha aggiunto: «Voi siete la testata più giusta per dirlo, perchè il mio articolo voleva appunto sollevare dubbi sulle relazioni tra 5 Stelle, piattaforma Rousseau e Casaleggio srl, aprendo un dibattito». La Casaleggio, evidentemente, era di altro avviso. L’articolo, tuttavia, ha sortito l’effetto che l’autore auspicava: «Mi auguravo che venisse letto come un grido di allarme e, speravo, appunto di sollevare dubbi nei lettori. Dopo quanto è successo, il tema è tornato centrale e l’Incontro ha ricevuto attestati di stima assolutamente inattesi: ci hanno scritto sindaci, parlamentari e da ultimo anche il Direttore della Fondazione Feltrinelli, Massimiliano Tarantino, che è intervenuto esprimendoci solidarietà, in un video pubblicato sul nostro sito».
Lo spirito del giornale, dunque, rimane quello voluto dal fondatore Segre. «Quando ho detto a Bruno della denuncia per il mio articolo - ha raccontato Rossotto - lui è scattato in piedi come un ragazzino e mi ha teso la mano.
Mi ha detto che era orgoglioso del fatto che stiamo proseguendo nel percorso che lui ha tracciato settant’anni fa, per una testata che si batte contro ogni intimidazione al valore supremo della libertà di stampa».
Come ha notato Segre, tuttavia, la richiesta di danni della Casaleggio rischia di essere un boomerang per la società milanese. La notizia, infatti, è stata riportata da moltissimi giornali nazionali e molti politici ed intellettuali hanno espresso la loro vicinanza all’Incontro, commentando l’articolo di Rossotto. Una pubblicità che senza dubbio ha fatto volare il numero di letture e i click sul sito del periodico online. Quel che si dice l’eterogenesi dei fini.