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Il Comando generale dell'Arma dei Carabinieri assicura: "Compiuto ogni sforzo possibile per proteggere i nostri uomini nell'emergenza coronavirus"
“Nessuno all’inizio dell’anno poteva immaginare che ci saremmo trovati ad affrontare una pandemia di questa portata”, fanno sapere dal Comando generale dell’Arma dei Carabinieri. “Nonostante ciò, sono subito state messe in campo tutte le risorse possibili per ridurre al massimo il rischio di contagio per il personale e garantire la consueta operatività”. I vertici di viale Romania smorzano dunque le polemiche degli ultimi giorni sollevate dal Cocer e da alcuni sindacati che avevano stigmatizzato l’assenza “di corrette informazioni” sull’emergenza Covid-19, sottolineando anche “la mancanza di sufficienti dispositivi di protezione individuale”. Il Comando generale, tramite approvvigionamenti sia a livello centrale che periferico, ha acquistato fin dai primi giorni di febbraio ben quattro milioni di mascherine, pur considerate le difficoltà incontrate sia dalla Protezione civile che dal Ministero dell'interno, che sono già in distribuzione ai reparti, privilegiando la prima linea dell’emergenza. Tutti i comandi sul territorio nazionale sono aperti. Al momento ci sono solo tre stazioni che stanno ultimano le procedure di sanificazione, a seguito di casi di positività riscontrati fra alcuni militari, e a breve verranno riaperte. I servizi non sono mai stati interrotti: per agevolare ed evitare afflussi di persone nelle caserme, si sta incentivando la possibilità per i cittadini di effettuare denunce via web, con un portale dedicato. Il Comando provinciale di Bergamo, territorio dove l’emergenza è più acuta, è operativo e sta anche svolgendo tante attività di supporto alla popolazione: dalla consegna della spesa alle persone anziane, alla distribuzione di ossigeno per coloro che necessitano di assistenza respiratoria domiciliare. Resta il tema delle “tuta”, la divisa per i servizi di ordine pubblico che i sindacati dell’Arma volevano fosse utilizzata da tutto il personale per la sua facilità di sanificazione, senza dover ricorrere, come per la normale uniforme, alla tintoria. Le tute da op sono state distribuite ai militari in forza ai reparti dove la diffusione del virus è stata maggiore. Non è stata possibile una distribuzione per tutti in quanto le scorte non sono sufficienti. Ulteriori approvvigionamenti sono in corso, compatibilmente con i rallentamenti dovuti alla fase emergenziale. E comunque sono state date disposizioni per sostituire la giacca con il maglione in dotazione (è stato fornito un maglione ed un pantalone aggiuntivi, ndr), più facile da igienizzare con un normalissimo lavaggio in casa. “Alcuni comandanti - avevano da ultimo sottolineato in una nota i sindacati - hanno d’iniziativa dato indicazioni, a macchia di leopardo, su basilari comportamenti da tenere circa le modalità di svolgimento del servizio di istituto”. Un problema da ritenersi superato in quanto da Roma si è intervenuto sui singoli casi per chiarire le disposizioni impartite. “I carabinieri sono a fianco dei cittadini per sostenerli ed aiutarli”, concludono dal Comando generale.