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È caos in Spagna dopo la bocciatura da parte della magistratura del lockdown decretato dal governo a Madrid e in altre nove città della Comunità madrilena per frenare la diffusione del contagio da coronavirus, dato l’alto numero di casi di coronavirus (700 contagi ogni 100 mila abitanti contro i 257 nel resto del Paese). Secondo l’ordinanza, che interessa 4,5 milioni di persone, è vietato lasciare la città se non per ragioni di lavoro, studio o salute. Ma per i giudici della Corte superiore di giustizia, la misura è «sproporzionata e discriminatoria» e lede le libertà fondamentali, dal momento che le misure sulla salute ricadono sotto la responsabilità delle singole regioni. Fonti di polizia, sentite dalla Efe, hanno riferito che le forze dell’ordine hanno già interrotto i controlli finalizzati a monitorare il rispetto delle restrizioni imposte dall’esecutivo. La decisione della magistratura alimenta la confusione nella regione madrilena: le autorità locali, del Partito popolare, nonostante siano contrarie al lockdown a causa delle ripercussioni economiche, hanno esortato i residenti a seguire le disposizioni, in particolare in vista del fine settimana lungo che durerà fino a lunedì, quando si celebra la festa nazionale spagnola. La presidente della Comunità di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, ha teso la mano al governo esortando a un incontro per concordare misure anti-Covid che siano «sensate, giuste e ponderate», da pubblicare già domani. Da Algeri, dove è in visita, il premier socialista Pedro Sanchez ha assicurato che il governo «analizzerà la sentenza e oggi o domani si incontrerà il gruppo di lavoro sul Covid e vedremo esattamente cosa possiamo fare». Da parte sua, il ministro della Salute, Salvador Illa, ha chiesto un incontro d’emergenza con i responsabili della salute locali nel tentativo di salvare la situazione. La bocciatura dell’ordinanza aumenta la pressione sull’esecutivo, nel mirino per la risposta alla crisi coronavirus e in particolare per le gravi conseguenze economiche che le restrizioni comportano. Il lockdown parziale era stato concordato la settimana scorsa dall’esecutivo con la maggior parte delle autorità regionali come misura da attuare localmente nel caso il tasso dei contagi salisse troppo, come è avvenuto nella zona di Madrid. All’epoca della prima ondata dell’epidemia, a marzo, il governo aveva imposto lo stato di emergenza in modo da poter decretare un lockdown nazionale, superando le resistenze locali. Ma una volta revocato a fine giugno, la responsabilità è tornata alle 17 regioni autonome.