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Justin Trudeau resiste e potrebbe di nuovo essere il primo ministro del Canada, anche se in condizioni molto diverse. Colui che è stata considerato un astro del liberalismo di centro- sinistra nel mondo, fino a poco tempo fa vincitore predestinato, e che poi è incappato in una serie di gaffes, scandali e problemi politici che ne avevano bloccato l’ascesa tanto da pensare che la vittoria avrebbe arriso allo sfidante della destra populista Andrew Scheer, alla fine ha mantenuto un lieve vantaggio nelle elezioni parlamentari in Canada.
Dopo aver resistito anche all’erosione che veniva da sinistra, per governare e portare avanti la sua agenda progressista il liberale Trudeau dovra' formare una coalizione con partiti di sinistra. Dai primi risultati parziali, il partito Liberale ha vinto o è in netto vantaggio in 156 distretti elettorali - nel 2015 avevano portato a casa 184 seggi - un risultato al di sotto dei 170 necessari per avere la maggioranza alla Camera dei Comuni, costituita da 338 seggi.
Al secondo posto il 40enne Scheer, considerato il Trump canadese, ha regalato al suo partito Conservatore 122 seggi, meglio del risultato di 4 anni fa, ma meno di quanto sperasse. Il sistema elettorale è maggioritario puro a collegi uninominali, mentre in termini percentuali, con il 34,5% dei consensi i Conservatori hanno vinto il voto popolare, mentre il partito di Trudeau è stato scelto dal 32,9% degli aventi diritto, in calo di quasi 7 punti rispetto al 2015.
Ma a complicare il quadro e a ottenere un grande successo oltre le aspettative c’è anche il Bloc Quebecois, il partito nazionalista nato nel 2015 sulla scia del movimento sovranista della regione francofona del Quebec degli anni 90'. Il Bloc ha conquistato 32 seggi diventando la terza forza politica di tutto il Paese.
In calo il partito di sinistra, il New Democratic Party ( NDP) e delusione anche per i verdi del Green Party, fermi a tre rappresentanti. Proprio con loro e con altri piccoli partiti di sinistra dovrà trattare Trudeau per arrivare alla maggioranza necessaria a formare il governo, tenendo conto tra l’altro che nessuno di questi movimenti politici ha da solo i numeri sufficienti per garantire i voti necessari. Peraltro se anche formasse il governo, Trudeau resterebbe costantemente a rischio. D’altro canto lo schieramento opposto neanche con alchimie sorprendenti sembrerebbe in grado di formare una coalizione alternativa, e la figura controversa di Scheer non piace neanche a parte dei sostenitori del suo stesso partito.