Il Canada andrà alle urne domani, segnato dal lutto per la tragedia di Vancouver, dove un’auto ha travolto la folla al festival annuale della comunità filippina, causando vittime e decine di feriti.

Sulla carta, i liberali del primo ministro uscente Mark Carney sono favoriti alle elezioni federali per rinnovare i 343 seggi della Camera dei Comuni. Se le previsioni si concretizzeranno, Carney guiderà una spettacolare rimonta del suo partito sui conservatori di Pierre Poilievre, che pochi mesi fa erano accreditati di una schiacciante vittoria dopo dieci anni di governo di Justin Trudeau.

Paradossalmente, Poilievre potrebbe essere superato da chi lo aveva più ispirato: Donald Trump. La guerra commerciale lanciata dal presidente americano contro il Canada ha suscitato una reazione orgogliosa e durissima nel Paese. Carney è riuscito a incarnarla e guidarla molto meglio di Poilievre, che aveva scelto una linea "trumpiana" nei toni e nei contenuti.

Ex banchiere centrale, sia del Canada che dell'Inghilterra, 60 anni, Carney si era candidato alla guida dei liberali dopo le dimissioni di Trudeau a gennaio. Superata la sfida con Chrystia Freeland, è succeduto a Trudeau anche alla guida del governo a marzo. Nel frattempo, la guerra commerciale con l'ingombrante vicino si è intensificata, con Trump che ha ripetutamente affermato di voler fare del Canada il 51esimo stato degli Stati Uniti. Carney si è imposto come l’uomo giusto al momento giusto: competente, rassicurante e pugnace.

«Vogliono le nostre risorse, la nostra acqua. Gli americani vogliono il nostro paese», ha dichiarato più volte. Anche ieri, in un’iniziativa elettorale vicino a Toronto, ha accusato il suo rivale conservatore di «non avere alcun piano per affrontare questo momento cruciale, o per resistere al presidente Trump». L'unico neo è il suo francese, che risulta piuttosto zoppicante rispetto a quello del suo rivale, il 46enne Poilievre, di Calgary.

Dal canto suo, Poilievre ha cercato di convincere gli elettori a voltare le spalle ai liberali, promettendo di tagliare tasse e spesa pubblica. «Non potete sopportare altri quattro anni come questi», ha detto ai suoi sostenitori in un comizio nella Columbia Britannica, «ma siate fiduciosi: il cambiamento sta arrivando».

In questo contesto difficile, molti canadesi considerano queste elezioni come storiche. I cittadini sono chiamati a scegliere i 343 membri della Camera dei Comuni, con un sistema maggioritario in collegi uninominali. Oltre un terzo dei parlamentari arriveranno dall’Ontario, che elegge 122 deputati. Più di 7 milioni dei 28,9 milioni di aventi diritto hanno già votato nel fine settimana di Pasqua.

La mappa dell’apertura dei seggi è complessa: teoricamente, i seggi saranno accessibili dalle 9:00 alle 21:00, ma a causa dei sei fusi orari del Paese, l’apertura avverrà gradualmente da est a ovest. Per facilitare lo spoglio, la maggior parte dei seggi chiuderà alle 21:30 ora orientale (le 3:30 in Italia).

Secondo gli ultimi sondaggi, i liberali sono accreditati del 42,5% dei voti, i conservatori del 38,7%. Segue il Nuovo Partito Democratico al 8,6%, il Bloc Quebecois al 6% e i Verdi al 2%. Ottimista l’ex primo ministro Jean Chretien: «Lunedì splenderà un sole liberale», ha dichiarato a un comizio a Ottawa.