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Il Consiglio di Stato francese ha sospeso il divieto del burkini stabilito da quindici sindaci. Dopo le polemiche dei giorni scorsi una buona notizia, che chiarisce una volta per tutte come si trattasse di una norma che andava contro la libertà. I giudici infatti parlano chiaro. Il divieto è una "grave e illegale lesione delle libertà fondamentali, quali la libertà di movimento, di coscienza e pesonale". La sentenza arriva dopo il ricorso fatto dalla Lega per i diritti dell'uomo e dal Collettivo contro l'islamfobia in Francia e fa riferimento alla cittadina di Villeneuve-Loubet, ma ha valore per tutti i comuni che aveva preso la contestata decisione. "In Francia le restrizioni delle libertà - dice ancora la sentenza - possono esserci solo in casi concreti di pericolo per l'ordine pubblico. L'emozione e l'inquietudine susciate dagli attentanti terrorstici non giustificano legalmente i divieti". La decisione dei quindici sindaci francesi aveva suscitato un ampio dibattito anche in Italia, dove diversi opinionisti o movimenti femministi tentavano di far passare le ordinanze come una scelta di libertà. Oggi è chiaro: non è così. La legge può essere "illegale" se cancella i diritti fondamentali di una persona, tra cui quella di vestitrsi come meglio reputa.La lezione è chiara. Non dimentichiamola quando ci troveremo a discutere di nuovo di questo tema: ogni critica non può sfociare nell'imposizione, altrimenti si passa dalla parte del torto.