Si è tenuta ieri a Bruxelles la sessione del Gruppo Giustizia e Affari interni del Consiglio Ue. Tra gli argomenti trattati la prevenzione del traffico dei migranti. Obiettivo della sessione era di raggiungere un orientamento generale sulla proposta di direttiva formulata dall’attuale presidenza ungherese, finalizzata a introdurre norme minime per la prevenzione del traffico dei migranti. L’atto proposto aggiornerebbe, sostituendolo, l’attuale quadro giuridico europeo risalente al 2002. La discussione si è conclusa con una posizione concordata dai diversi Paesi membri.

La proposta formulata dalla Presidenza contiene la previsione del reato di traffico dei migranti, le sanzioni previste per lo stesso e una clausola umanitaria. Riguardo il primo punto gli stati membri dovranno garantire l’esistenza nel loro diritto nazionale di una norma che preveda il reato di traffico di migranti applicabile a chiunque aiuti intenzionalmente un cittadino di un paese terzo a entrare, transitare o soggiornare nel territorio di uno degli stati membri in cambio di un vantaggio finanziario o materiale.

Rispetto alle sanzioni i paesi Ue avranno l’onere di prevedere pene detentive massime di almeno tre anni e otto qualora i trafficanti abbiano operato all’interno di un’organizzazione criminale o sono state perpetrate gravi forme di violenza nei confronti dei migranti. Qualora il reato determinasse il decesso di un migrante, la pena detentiva massima dovrebbe essere di almeno dieci anni, salva la facoltà degli stati membri di aumentare i massimi edittali. La proposta prevede anche sanzioni applicabili alle persone giuridiche. È stata mantenuta nel testo concordato la Clausola umanitaria, proposta dalla Commissione, che elenca precise forme di assistenza prestate ai migranti, come ad esempio

l’assistenza ai familiari stretti o il sostegno al soddisfacimento di bisogni umani fondamentali, che non possono essere previste come fattispecie del traffico di migranti. «Per quanto riguarda il traffico dei migranti l’orientamento generale è stato approvato – ha dichiarato il ministro della Giustizia Nordio al termine della sessione – ed è sempre più in linea con la severità auspicata e voluta dall’Italia».

Presente a Bruxelles anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, impegnato in colloqui bilaterali durante i quali, come si legge da una nota del Viminale, è stato manifestato un rilevante interesse da parte dei Paesi membri all’iniziativa italiana dei rimpatri assistiti da Tunisia e Libia. Sempre nella giornata di ieri è stato pubblicato il Report del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e di trattamenti inumani e degradanti destinato al Governo Italiano.

Il documento riporta i risultati della visita in Italia effettuata dal comitato, concentratasi sul trattamento e sulle condizioni di detenzione dei migranti in quattro diversi Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Il comitato ha formulato diversi rilievi critici sia rispetto al trattamento riservato ai migranti da parte del personale di polizia, sia allo stato generale delle strutture e delle misure di contenimento attuate. Oltre che rispetto alla pratica di somministrare psicofarmaci diluiti in acqua ai migranti in assenza di una prescrizione medica.