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«Il dato rilevante è che negli ultimi giorni, a partire dal 19-20 marzo, il numero di nuovi casi segnalati cala, la curva sembra attenuarsi. Stiamo monitorando con grande attenzione quel che succede. Ma non dobbiamo illuderci che un rallentamento della diffusione possa indurci a rallentare le misure di distanziamento sociale che abbiamo adottato». A dirlo è il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro che assieme al presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha presentato l’analisi dell’andamento epidemiologico e gli aggiornamenti tecnico-scientifici relativi a Covid-19. All’incontro anche esperti, ricercatori Iss e componenti del Comitato Tecnico-Scientifico. «Ci sono realtà profondamente diverse nel Paese, la Lombardia e aree limitrofe con fortissima circolazione, mentre in altre aree c’è una circolazione ancora limitata, dove la sfida è fare in modo che quelle aree rosa non diventino rosse». Infine c’è una parte di regioni dove i casi sono limitati e quelle regioni, «grazie alle misure adottate, hanno la grande opportunità di limitare la diffusione di quel virus». https://www.youtube.com/watch?v=a3WdfpnYZBI&feature=youtu.be «Proteggere gli operatori sanitari» Le persone con infezione hanno un’età media superiore ai 60 anni e sono prevalentemente uomini. La priorità, ha sottolineato Brusaferro, è proteggere «gli operatori sanitari, in questa fase il bene più prezioso per contrastare l’infezione e garantire una assistenza adeguata. Ma anche gli operatori delle ambulanze, dei pronto soccorso, quelli che lavorano per garantire i collegamenti tra i vari servizi. In una prima fase c’è stato un picco di esposizione legato alla novità e all’onda massiva di casi che si sono avuti in pochissimo tempo». Successivamente, c’è stata un’accelerazione più contenuta dei contagi, «un passaggio importante». «Bisogna anche fare una riflessione sulle Rsa, le case di riposo, perché concentrano persone per definizione fragili o anziane. Sono presenti in tutto il territorio, dove lavorano operatori che corrono gli stessi rischi degli altri, bisogna focalizzare l’attenzione». Il picco non è ancora arrivato Il picco, ha chiarito anche Brusaferro, non è stato però ancora raggiunto. «Abbiamo segnali di rallentamento che ci fanno presumere di essere vicini, vuol dire che le misure adottate stanno facendo i loro effetti, potremmo arrivare al picco in questi giorni. Stiamo rallentando la crescita, non stiamo scendendo. E la discesa, quando ci sarà, sarà costruita sui nostri comportamenti». I dati attuali, ha poi aggiunto Locatelli, inducono a ritenere che sia inevitabile aspettarsi un prolungamento delle misure. «Non siamo in una fase marcatamente declinante, siamo in una fase di contenimento importante e incoraggiante, ma sarebbe contraddittorio proprio ora allentare le misure». Impossibile conteggiare gli asintomatici Al momento non è possibile, inoltre, dare una stima di quanti siano in Italia le persone asintomatiche. «C’è una quota di persone che hanno incontrato il virus ma sono stati asintomatici - ha sottolineato Locatelli -. In questo momento è difficile definire il moltiplicatore di questa quota rispetto ai casi intercettati. È impossibile definire con precisione un moltiplicatore qualsiasi, è previsto uno studio per identificare la quota rispetto ai casi diagnosticati, in varie zone del Paese». Gli approfondimenti epidemiologici L’1,2% dei casi positivi al Covid-19 fino a questo momento ha meno di 18 anni, mentre la percentuale più alta si vede nella fascia tra 51 e 70. Lo afferma l’approfondimento epidemiologico dell’Iss presentato nel corso della conferenza stampa e pubblicato sul sito Epicentro. Il documento ha anche censito 6414 operatori sanitari contagiati, che hanno mostrato un’età media di 49 anni (molto inferiore a quella della popolazione generale che è di 62) e sono per il 35% di sesso maschile.
Per quanto riguarda i pazienti deceduti e positivi a Covid-19, l’età media dei pazienti è 78 anni e le donne sono il 29,6%. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2.7. Complessivamente, 15 pazienti (2.1% del campione) presentavano 0 patologie, 151 (21.3%) presentavano 1 patologia, 184 presentavano 2 patologie (25.9%) e 360 (50.7%) presentavano 3 o più patologie.
Per quanto riguarda l’età dei deceduti positivi per Covid-19, al 26 marzo sono 84 su 6801 (1.2%) quelli di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 17 di questi avevano meno di 40 ed erano 14 persone di sesso maschile e tre di sesso femminile con età compresa tra i 30 ed i 39 anni. Di cinque pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 8 presentavano gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 1 non presentava patologie di rilievo.Leggi l'approfondimento dell'Iss