Un assalto che ha ricordato quello di Capitol Hill a Washington del 6 gennaio 2021. Migliaia di sostenitori dell'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno sfondato il blocco istituito dalla Polizia Militare e ha invaso la rampa e l'area superiore del palazzo del Congresso Nazionale a Brasilia, edificio che ospita la Camera dei Rappresentanti e il Senato. I manifestanti sono apparsi sul tetto, ma anche su tutti i prati adiacenti, compreso quello del palazzo presidenziale di Planalto. La polizia ha arrestato 400 persone. Lo riporta O Globo.

I manifestanti si sono concentrati presso il quartier generale dell'esercito, e sono scesi successivamente verso l'Esplanada dos Ministérios. Le forze dell'ordine hanno usato ordigni stordenti per cercare di contenere i manifestanti. Il ministro della Difesa, José Múcio Monteiro, il ministro della Giustizia, Flavio Dino, e il capo dell'Ufficio per la sicurezza istituzionale (GSI), generale Gonçalves Dias, hanno seguito le manifestazioni di questa domenica a Brasilia.

I bolsonaristi sono andati all'attacco anche dell'edificio del Planalto, sede dell'Esecutivo e, secondo quanto riporta il canale “Cnn Brasile", anche nell'edificio del Tribunale supremo elettorale (Tse). Assaltata anche la sede della Corte suprema.

Il presidente in carica, Luiz Inacio Lula da Silva, che non si trovava a Brasilia ma nello stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate, ha condannato l'attacco "vandalo e fascista" e ha decretato l'intervento delle forze federali nella sicurezza nel distretto di Brasilia fino al 31 gennaio. 

Nelle immagini si vedono i sostenitori di Bolsonaro percorrere le rampe che danno accesso al Palazzo presidenziale, nel tentativo di occupare il tetto del moderno edificio progettato da Oscar Niemeyer. La stragrande maggioranza indossava i colori della bandiera brasiliana. L'ex presidente, sconfitto da Lula alle ultime presidenziali, si trova attualmente negli Stati Uniti. I suoi sostenitori non hanno mai accettato la sconfitta e centinaia di loro si sono accampati davanti al quartier generale dell'esercito, a Brasilia, già il giorno dopo le elezioni del 30 ottobre.

La polizia brasiliana ha ripreso il controllo del Congresso, del Palazzo presidenziale e della Corte Suprema. Le forze di sicurezza hanno espulso i bolsonaristi sparando bombe lacrimogene. Secondo i media brasiliani sarebbero almeno 150 le persone arrestate in flagrante a Brasilia per danneggiamento del patrimonio pubblico.

L’attaco dei bolsonaristi è stato condannato in tutto il mondo. in un tweet, l'incaricato d'affari dell'ambasciata americana a Brasilia, Douglas Koneff, ha scritto: «La violenza non ha posto in una democrazia. Condanniamo fermamente gli attacchi alle istituzioni del potere esecutivo, legislativo e giudiziario a Brasilia, che sono anche un attacco alla democrazia. Non c'è giustificazione per questi atti». 

Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un tweet ha scritto: «La mia assoluta condanna dell'assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, eletto democraticamente da milioni di brasiliani attraverso elezioni libere e corrette».

La presidente del parlamento europeo Roberta Metsola si è detta «profondamente preoccupata per ciò che sta accadendo in Brasile. La democrazia va sempre rispettata. Il Parlamento europeo è da parte del Governo di Lula e di tutte le istituzioni legittime e democraticamente elette».

Per il presidente francese Macron «La volontà del popolo brasiliano e le istituzioni devono essere rispettate».

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ritwitta le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito a quanto accaduto in Brasile. «Sto seguendo con preoccupazione quanto sta accadendo in Brasile. Ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche deve essere condannato con grande fermezza. I risultati elettorali vanno sempre e comunque rispettati», aveva scritto il titolare della Farnesina.

La vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, su facebook  scrive: «L'estrema destra e gli scellerati sostenitori di Bolsonaro in Brasile hanno provato ad occupare il Parlamento a Brasilia. Come successe a Capitol Hill con i

sostenitori di Trump: non passeranno. Cercano di intimidire il mondo con la violenza, ma la democrazia è più grande e forte degli estremisti di destra. E la nostra storia ce lo ricorda».

Carlo Calenda, leader di Azione, sempre su facebook scrive: «Prima Trump adesso Bolsonaro: gli eroi della destra sovranista si fanno sempre riconoscere. Noi dalla

parte della democrazia, sempre».