Gli agenti della Polizia militare del Distretto Federale e della Forza di Sicurezza Nazionale hanno arrestato almeno 1200 persone tra i manifestanti ancora accampati di fronte al quartier generale dell’esercito a Brasilia, dopo le rivolte di ieri.

Almeno 40 autobus carichi di manifestanti hanno invece lasciato la zona della tendopoli e al momento, secondo O Globo, ci sono solo ancora pochi manifestanti che stanno lasciando il luogo. Intanto la polizia e l’esercito hanno recintato il quartier generale delle forze armate brasiliane.

E mentre il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, «condanna» l’assalto alle istituzioni democratiche spiegando che «la volontà del popolo brasiliano e le istituzioni devono essere rispettate» perché «il Brasile è un grande Paese democratico», il giudice della Corte suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha decretato il divieto di manifestazioni fino al 31 gennaio e l’arresto in flagrante degli estremisti accampati davanti alle caserme.

Le misure sono contenute nel documento di 18 pagine con il quale è stata stabilita la rimozione cautelare del governatore del Distretto di Brasilia Ibaneis Rocha, come riportato dal quotidiano Estadao.

Intanto l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro, secondo molti l’ispiratore delle proteste, si trova a Orlando, in Florida, in una casa che ha preso in affitto da un professionista delle arti marziali vicino al Walt Disney World Resort.

Lo scrive il New York Times ricordando che Bolsonaro ha lasciato il Brasile a fine dicembre, prima del giuramento del nuovo presidente Lula. Ma secondo O Globo l’ex presidente sarebbe stato ricoverato in una clinica per «forti dolori addominali».

Una permanenza che non va giù alla deputata democratica al Congresso americano, Alexandria Ocasio-Cortez, secondo la quale «gli Stati Uniti devono cessare di concedere rifugio a Bolsonaro in Florida».