Voglio dedicare questa fine d’anno a qualcuno, una persona singola, senza per questo dimenticare le tragedie dell’Ucraina e del Medioriente, e scelgo lo scrittore Boualem Sansal.

Forse è un nome che non dice molto ma è uno scrittore e giornalista franco-algerino, con doppia nazionalità, è cresciuto accanto alla casa di Albert Camus e ha pubblicato in Francia romanzi importanti come Il giuramento dei barbari nel 1999, un libro profetico sulla deriva terroristica dell’islamismo e 2084 la fine del mondo che anche nel titolo riecheggia la critica alle società totalitarie del romanzo, 1984, del grande scrittore inglese George Orwell.

I suoi libri sono tradotti anche in italiano. È chiamato il Voltaire algerino e nei romanzi il tema delle sue critiche non è solo l’islamismo ma il regime autoritario algerino dove, a dispetto delle speranze accese dalle primavere arabe, le elezioni sono una farsa, in realtà comandano i militari, la corruzione dilaga, la minoranza berbera viene emarginata e la violenza contro gli oppositori è quotidiana.

Il 16 novembre ha voluto comunque coraggiosamente tornare nella sua terra natale dove aveva già perso il lavoro, come la moglie, e aveva ricevuto minacce di morte. È stato subito arrestato all’aeroporto di Algeri con una accusa fantasiosa come quelle di tutti i regimi autoritari: “attentato all’unità nazionale”, equiparato ai sensi dell’articolo 87 bis del Codice penale algerino ad un atto di terrorismo e che prevede la pena sino all’ergastolo. Un atto di terrorismo con la penna, tutto qui. In realtà egli è detenuto per le sue opinioni. Ha 75 anni ed è seriamente malato.

In Francia, in molti paesi, non solo le istituzioni ma la Federazione della Stampa e intellettuali come Salman Rushdie e premi Nobel come Annie Ernaux e Oran Pamouk si stanno mobilitando. In Italia sinora si è mossa per la libertà dello scrittore solo la sua casa editrice Neri Pozza, con un appello all’ambasciatore algerino in Italia.

L’Italia ha tante relazioni e scambi con l’Algeria, soprattutto in tema di energia. Il gas è importante ma ci sono principi che non sono negoziabili. Anche noi abbiamo il dovere di non tacere ed esigere con un intervento ufficiale la liberazione dello scrittore.

La libertà di espressione e di critica è il patrimonio che l’Europa ha offerto al mondo e senza di esso non vi sarebbero stati, pur tra tanti errori e storture, le conquiste civili e il progresso sociale e scientifico che conosciamo. Alla fine la libertà di espressione è anche il miglior antidoto alle guerre cui oggi assistiamo. Se ci dimentichiamo di questo ci dimentichiamo di noi stessi e nessuno nel mondo deve essere incarcerato per avere esercitato tali diritti.

Un anno migliore a Boualem Sansal e a tutti.