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Solo tre giorni fa in America Latina si è svolta la celebrazione del “Giorno della memoria per la verità e la giustizia”, una giornata dedicata alle vittime della Guerra Sporca. Circa 80mila oppositori politici imprigionati, uccisi, torturati dalle dittature del Continente.
Di questi almeno 30mila sparirono in lager e centri di detenzione illegali in un periodo che va dal 1964 al 1990, dal golpe militare brasiliano alla fine della giunta di Augusto Pinochet in Cile.
Ora proprio dal Brasile arriva un segnale di significato opposto, il neo eletto presidente Bolsonaro ha ordinato al ministro della Difesa di celebrare il 31 marzo l’inizio della dittatura militare che rovesciò il governo di Joao Goulart, detto "Jango" e durò 21 anni. L’annuncio dal portavoce del governo Otavio Rego Barros il quale ha aggiunto come Bolsonaro «non ritiene quello del 1964 un golpe, e che se non ci fosse stato oggi avremmo un governo che non sarebbe buono per nessuno».
Bolsonaro stesso è un ex militare, capitano dell’esercito, schierato all’estrema destra.
Oltre le sue posizioni contro gay, donne e neri, non ha mai nascosto le sue simpatie per il periodo più oscuro della recente storia del Brasile, in cui l’opposizione politico- sindacale venne pesantemente colpita.
In realtà la commemorazione del golpe si è svolta in maniera non ufficiale fino al 2011, in quel momento però venne istituita una commissione per indagare sui crimini commessi dai militari , quest’ultimi furono quindi invitati a sospendere qualsiasi tipo di ricordo pubblico.
Autrice dell’iniziativa fu l’allora presidente Dilma Rousseff, anche lei vittima di tortura, che però nel 2016 venne sottoposta ad impeachment. In quell’occasione si espresse tutto l’odio di Bolsonaro che dedicò il suo voto a un colonnello che guidava un gruppo di torturatori.