Stefano Boeri deve andare agli arresti domiciliari, secondo la Procura di Milano. Con lui, altri due celebri architetti come Cino Zucchi e Pier Paolo Tamburelli. Il caso che vede accusati i tre professionisti di turbativa d’asta ( oltre che di false dichiarazioni nel caso di Boeri e Zucchi), e in particolare l’archistar simbolo della nuova Milano, creatore del “Bosco verticale”, rischia di diventare la più eclatante fra le ormai innumerevoli indagini aperte dai pm lombardi sulle gare per la “rigenerazione urbana”.

Siamo ormai a una decina di fascicoli: con i primi, che risalgono ad oltre un anno fa, il faro acceso dagli inquirenti sulle scelte dell’Amministrazione guidata da Beppe Sala ha indotto decine di funzionari comunali a chiedere di essere trasferiti dal dipartimento Urbanistica. Ma ora a essere colpito dall’inchiesta è il gotha, è il più rappresentativo archistar della città. Boeri, Zucchi e Tamburelli sono accusati di aver favorito una cordata di studi d’architettura nel concorso per la progettazione della nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (“Beic”) che dovrebbe essere realizzata entro il prossimo anno nell’area di Porta Vittoria.

Boeri e Zucchi facevano parte della commissione incaricata di valutare i progetti presentati per la Beic. A giudizio degli inquirenti coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, avrebbero nascosto al Comune i loro legami professionali con alcuni studi della cordata vincitrice. I pm ritengono indispensabili i domiciliari, per i tre architetti, per evitare che si procurino alibi, e cioè concordino versioni di comodo con i colleghi ritenuti indebitamente favoriti. A decidere sarà il gip Luigi Iannelli dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati, già fissato per martedì 4 febbraio.

Si tratta della garanzia introdotta, per le misure cautelari, dalla riforma penale di Nordio. «Attendo con fiducia l’incontro col giudice, in modo da chiarire la mia posizione: sono sorpreso e molto turbato», ha detto Boeri. Sullo sfondo, il cosiddetto decreto Salva Milano, ancora all’esame del Parlamento e che la Lega soprattutto vorrebbe trasformare in una sanatoria.

Viene colpita un’icona della città: non solo l’architetto Boeri, ma la stessa idea di innovazione che la sua opera rappresenta nella storia recente di Milano. Boeri è l’inventore del “Bosco verticale”, i due palazzi rivestiti di verde del Centro direzionale. A essere nel mirino sono immagini e simboli di una città che ha accresciuto negli ultimi lustri il proprio primato di capitale economica del Paese. E il conflitto fra politica e magistratura arriva così a uno stadio di evoluzione mai sperimentato finora.