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Il luogo in cui è avvenuta l'esplosione a San Pietroburgo
Una donna, identificata come Darya Trepova, è stata fermata perché sospettata dell'omicidio del blogger militare russo Vladlen Tatarsky, ucciso ieri in un bar di San Pietroburgo. Lo ha riferito il Comitato investigativo della Russia. "Agenti del Comitato investigativo, in collaborazione con i servizi operativi, hanno fermato Darya Trepova, sospettata di essere coinvolta nell'esplosione al caffè di San Pietroburgo", fa sapere sul suo canale Telegram il Comitato investigativo.
In precedenza la donna era stata inserita dal ministero dell'Interno di Mosca nella lista dei ricercati in relazione all'esplosione. Secondo quanto riferito dai media russi, Trepova è nata a San Pietroburgo il 16 febbraio 1977.
Le forze dell'ordine hanno condotto perquisizioni nel quartiere Pushkinsky della città portuale russa, dove la donna risulta residente, e fermato anche la madre e la sorella. Fonti del ministero dell'Interno, precisano che le familiari di Trepova "non sono detenute". "Stiamo conducendo interrogatori - aggiungono - sulla base dei risultati di questi, assumeremo una decisione sulla loro posizione".
I media russi ieri hanno riportato che ad uccidere Tatarsky, il cui vero nome era Maksym Fomin, sarebbe stato un ordigno nascosto in una statuetta che una donna, presentatasi come un'artista di nome Nastya, ha donato al blogger poco prima dello scoppio. Secondo le prime informazioni fornite dagli inquirenti, sarebbero stati utilizzati almeno 200 grammi di esplosivo. Fomin, seguito su Telegram da oltre 560mila persone, era noto per le sue posizioni filo-Putin e per l'appoggio totale all'invasione dell'Ucraina ed era apparso come ospite del gruppo pro guerra chiamato Cyber Front Z. Le autorità russe hanno aperto un'inchiesta per omicidio.
E' intanto salito a 32 il numero delle persone rimaste ferite nell'esplosione. Tra i feriti, di cui 10 in modo grave, vi è anche un 14enne. L'esplosione ha devastato il locale, distruggendo anche le vetrate. Secondo informazioni riportate da Anton Gerashenko, consigliere del ministero dell'Interno ucraino, il locale sarebbe stato riconducibile in passato a Yevgheny Prigozhin, capo dei mercenari della Wagner.