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«Il Pd ha chiesto e ottenuto che il fine vita fosse calendarizzato come primo provvedimento». Il caporgruppo dem al Senato, Luigi Zanda, annuncia così l’accelerazione sul Biotestamento, approdato in Aula ieri pomeriggio.
Ci sarà tempo fino alle due di oggi pomeriggio per presentare gli emendamenti, poi si passerà alla discussione e al voto. «Credo che questo finale di legislatura sia un finale all’insegna dei provvedimenti sui diritti». Il partito di Renzi rivendica la “forzatura” e lancia un messaggio agli scettici e, soprattutto, ai quasi alleati Bonino e Pisapia: il Pd quando prende un impegno fa sul serio, è il sottinteso.
Ma difficilmente ai possibili compagni di strada potrà sfuggire che per far posto al ddl sul fine vita è stato sacrificato un altro provvedimento, ritenuto prioritario dai sostenitori di Campo progressista: lo ius soli. La legge sulla cittadinanza, infatti, è stata messa in fondo al calendario dell’Aula senza neanche una data di massima. Una scelta che nei fatti equivale a un rinvio quasi certo alla prossima legislatura. «Per noi lo Ius Soli è un provvedimento molto importante. Stiamo continuando a costruire una maggioranza. Ci siamo vicini», assicura comunque Zanda. Ma per il momento i dem preferiscono puntare tutto sul Biotestamento che conta già di un’ampia maggioranza al Senato. Oltre al Pd, sono pronti a sostenere la legge infatti: Mdp, Sinistra italiana e Movimento 5 Stelle. «C’è solo una cosa da dire: finalmente. Finalmente, dopo mesi di stallo, il Senato ha smesso di temporeggiare e la legge sul biotestamento approda in Aula», dice soddisfatta la grillina Paola Taverna. «Lo abbiamo già dimostrato alla Camera, dove i nostri colleghi hanno votato a favore del provvedimento, e lo ribadiamo: i nostri voti per l’approvazione di questa legge di civiltà ci sono».
I voti che potrebbero mancare invece sono quelli degli alleati di governo. «Sul biotestamento hanno voluto forzare i tempi, ora nessuna scorciatoia, si discuta approfonditamente nel merito» avverte il coordinatore nazionale di Alternativa popolare Maurizio Lupi. «Se non verranno accolte le nostre richieste sul ruolo del medico e su alimentazione e idratazione, che non sono trattamenti medici, Alternativa popolare voterà no». Sul fronte delle destre, invece, a esprimere forti per- plessità è Forza Italia che, per bocca del capogruppo Paolo Romani, chiede un maggiore «approfondimento». Ma se il gruppo azzurro lascerà con ogni probabilità libertà di coscienza ai propri senatori, a promettere ostruzionismo ci pensa la Lega che fino a pochi giorni fa definiva il ddl fine vita una legge per i morti. «In Europa questa legge è stata l’anticamera per l’eutanasia, per questo sono contrario», dice adesso il leader del Carroccio Matteo Salvini. I leghisti preparano le barricate e fanno sapere che ripresenteranno in Aula i 1820 emendamenti già depositati in commissione per rallentare l’iter. «Abbiamo detto in tutte le lingue di essere a favore di una legge sul fine vita ma non di questa proposta che presenta punti oscuri», dice il capo dei senatori Gianmarco Centina- io. «Se è così noi votiamo contro».
Ma se il Biotestamento è un’occasione per ricompattare la sinistra, ci pensa lo Ius Soli a ricreare fratture. Per Liberi e Uguali la mancata calendarizzazione del provvedimento sulla cittadinanza rappresenta una resa da parte del Pd. «Mettere lo Ius soli all’ultimo punto del calendario è una presa in giro», dicono le presidenti dei senatori di Mdp e Sinistra italiana, Cecilia Guerra e Loredana De Petris. «Chiediamo che sia inserito subito dopo il biotestamento, abbiamo anche chiesto di ampliare i tempi delle sedute di lunedì e di venerdì, ma non siamo noi a decidere». Persino gli esponenti di Campo progressista, di solito poco inclini ai toni forti, puntano il dito contro lo slittamento. «Sullo Ius Soli basta fare sceneggiate», dice il deputato di Cp Michele Ragosta. Si chieda subito l’inversione dell’ordine del giorno e lo si metta tra i primi punti da approvare al Senato, se si vuole chiudere rapidamente un accordo per formare un centrosinistra largo». Intanto, i Radicali italiani si danno appuntamento oggi, fuori dal Senato, per impedire che la legge sulla cittadinanza cada nel dimenticatoio. In piazza ci saranno anche Emma Bonino, Luigi Manconi e Riccardo Magi.