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Julian Assange
«I media internazionali chiedono di porre fine al procedimento contro il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. E il Presidente e il Ministro della Giustizia degli Stati Uniti tacciono». Lo scrive Beppe Grillo in un post sui suoi social linkando "La doppia morale sul caso Assange", l'articolo di Bernd Pickert, pubblicato su taz.de, tradotto da Stefano Porreca, pubblicato sul blog di Grillo.
«Con un tratto di penna - scrive Pickert - lui (il ministro della Giustizia Usa, Merrick Garland, ndr) e il presidente Joe Biden potrebbero mettere la parola fine ai procedimenti e Assange tornerebbe in libertà dopo sette anni trascorsi all'interno dell'ambasciata ecuadoriana a Londra e oltre tre anni nel carcere britannico. Ma non agiscono» sottolinea ricordando che «questa settimana le cinque media house internazionali New York Times, Guardian, Le Monde, El País e Spiegel hanno pubblicato un urgente appello al governo Usa affinché archivi il procedimento contro Assange e ne ritratti la richiesta di estradizione», appello al quale «non ha fatto seguito alcuna risposta, né da parte di Garland né di Biden».
Una vicenda ricca di contraddizioni e paradossi, che Pickert ripercorre nel suo articolo, e a fronte della quale «tutto l'Occidente è scandalizzato per la soppressione delle libertà di opinione e di stampa in Russia e Assange seguita a essere rinchiuso in prigione» per poi concludere con un suggerimento all'attuale presidente Usa: «Se il governo Biden intende riguadagnare credibilità su questi temi, occorre che agisca una volta per tutte a lasci cadere l'accusa contro Assange. O più esattamente: faccia finalmente processare coloro i cui crimini di guerra sono stati resi noti nei documenti pubblicati da Wikileaks».