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Manifestanti in Bangladesh
Il ministero della Giustizia del Bangladesh ha deciso di porre fine alle indagini penali sui manifestanti le cui proteste hanno portato alle dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina. La decisione, riferisce il quotidiano "The Daily Star", è stata presa durante la prima riunione ministeriale del governo ad interim del Bangladesh, guidato dal nuovo premier Muhammad Yunus.
Il ministero esaminerà e chiuderà i casi penali aperti per terrorismo, criminalità informatica e altre accuse entro i prossimi tre giorni. Tutti i minori arrestati durante le proteste saranno rilasciati, ha riferito il quotidiano. Il giudice capo del Bangladesh, Obaidul Hassan, ha deciso di dimettersi dal suo incarico dopo che i manifestanti hanno circondato la Corte suprema questa mattina e gli hanno dato un ultimatum per dimettersi entro un'ora.
Lo riferisce il quotidiano "Hindustan Times", secondo cui i manifestanti avevano avvertito che avrebbero preso d'assalto le residenze dei giudici della Corte suprema e del giudice capo se non si fossero dimessi entro l'ultimatum imposto.
Per il bene del Paese
Hassan ha dichiarato di essersi dimesso per il bene della sicurezza dei giudici della Corte suprema e delle corti inferiori in tutto il Paese, precisando che avrebbe inviato la sua lettera di dimissioni al presidente Mohammed Shahabuddin entro questa sera. Le nuove proteste sono iniziate dopo che era circolata la notizia che il giudice capo aveva convocato una riunione plenaria della Corte.
Centinaia di dimostranti, tra cui studenti e avvocati, hanno marciato verso la sede della Corte, a Dacca, e ne hanno occupato i locali. Hassan era stato nominato alla guida della Corte suprema lo scorso anno ed è considerato un fedele sostenitore della prima ministra deposta Sheikh Hasina, fuggita in India dopo le proteste che hanno scosso il Paese.
Oltre al giudice capo, anche il governatore della Banca centrale Abdur Rouf Talukder si è dimesso, ma le sue dimissioni non sono state accettate data l'importanza della posizione, ha detto ai giornalisti il consigliere del ministero delle Finanze, Salehuddin Ahmed.
No all’anarchia
Dopo la fuga di Hasina, il presidente Mohammed Shahabuddinha sciolto il parlamento e ha nominato come nuovo premier l'economista e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, che ha giurato venerdì scorso come capo del governo ad interim del Bangladesh. Dopo aver prestato giuramento, Yunus ha rivolto un avvertimento a quanti hanno sfruttato il vuoto istituzionale generato dalle violente proteste delle scorse settimane, culminate nella fuga dell'ex prima ministra Sheikh Hasina.
L'anarchia, ha dichiarato il capo del nuovo governo ad interim, «è il nostro nemico, e deve essere sconfitta». Yunus ha avvertito che chi continuerà ad alimentare disordini e illegalità a Dacca e nelle altre città del Paese affronterà non soltanto le forze dell'ordine, ma anche gli studenti e i cittadini che hanno animato le proteste delle scorse settimane. «Cospiratori hanno creato un'atmosfera di anarchia e paura per minare la nostra seconda indipendenza tramite la sollevazione delle masse studentesche», ha dichiarato Yunus, aggiungendo che l'anarchia va affrontata e sradicata «al più presto».
Il ritorno della democrazia
Yunus è tornato a puntare l'indice contro il governo deposto della ex premier Sheikh Hasina, di cui era un noto avversario politico, e che ha definito «un crudele governo autocratico» che manteneva il potere «attraverso il ricorso alla forza». Il ritorno alla piena democrazia, ha detto il capo del governo ad interim, ripristinerà l'onore e le glorie passate delle forze armate e di sicurezza. «Quanti sono stati coinvolti in malefatte verranno portati di fronte alla giustizia», ha promesso Yunus, aggiungendo che lo stesso varrà per funzionari di ministeri, agenzie e istituzioni educative.
In occasione del suo insediamento, nella giornata di ieri, Yunus ha dichiarato: «Avete avuto fiducia in me, mi avete invitato (ad assumere la guida del governo provvisorio). Gli studenti mi hanno invitato, e io ho risposto a questo invito. Il mio appello ai cittadini: se avete fede in me, se vi fidate di me, assicuratevi che nessun attacco venga sferrato contro chiunque, ovunque nel Paese. Questa è la nostra prima responsabilità».