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Un’altra violentissima aggressione ai danni di un avvocato: è successo il 21 novembre ad Andrea D’Alia, aggredito nel suo studio legale di San Giuseppe Vesuviano ( Napoli), minacciato con una pistola e malmenato dentro il suo studio. All’origine, la vittoria del professionista in una causa per fallimento, che coinvolgeva un supermercato di Torre del Greco. I soccombenti si sono recati nello studio «dopo aver ottenuto l'indirizzo dello studio dal mio assistito, con la scusa di voler aprire una trattativa sulla vicenda giudiziaria. Io li ho ascoltati ma ho respinto le loro offerte, che ritenevo irricevibili sul piano giuridico», ha raccontato D’Alia. Poi, «mi è sembrato di vivere una scena di Gomorra».
I due uomini, infatti, hanno estratto una pistola, gliela hanno puntata alla tempia e poi hanno provato a soffocarlo. Il professionista si è divincolato, «facendogli capire che non avrebbero risolto niente. Hanno desistito ma prima di andare via hanno distrutto il mio pc e portato via il mio cellulare». Un cellulare su cui erano salvati dati sensibili.
L’avvocato D’Alia ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri che hanno aperto un’inchiesta, coordinata dalla Procura di Nola. Anche la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, tuttavia, è stata allertata e segue le indagini, poichè che la causa fallimentare vinta dall'avvocato riguarda Torre del Greco, città dove risiederebbero i due aggressori di D’Alia.
Gli avvocati del foro di Nola hanno immediatamente espresso solidarietà «allo stimato ed apprezzato collega, vittima di una violenta e feroce aggressione subita all'interno del suo studio», ha detto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Nola, Domenico Visione. «Due balordi, ritenendo di farsi giustizia da sé ed imputando all'avvocato di aver “egregiamente difeso” le ragioni del proprio assistito, lo hanno dapprima minacciato con una pistola, poi violentemente pestato ed al fine tentato di strangolarlo, nel contempo distruggendo gli strumenti informatici presenti ed altresì sottraendogli il telefonino», si legge nel comunicato dell’Ordine.
«Si condanna il gesto di viltà perpetrato ai danni del Collega, la cui azione - ha continuato la nota - a presidio dell'interpretazione ed applicazione della legge, è stata repressa nella violenza più inaudita, sferrata ai danni di un uomo mite, intelligente ed amorevole esecutore del proprio munus di difensore, svolto con la diligenza propria di chi è consapevole ed attento destinatario della fiducia altrui».
E il penalista e consigliere dell’Ordine, Arcangelo Urraro, ha aggiunto. «La tutela dell'avvocato passa anche attraverso un rafforzamento del ruolo sociale che lo stesso ricopre nella gestione di delicati problemi con la conseguente, inevitabile, esposizione personale. Tale ruolo non deve essere mai considerato privo di adeguata professionalità e, quindi, di necessaria tutela».