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L’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo (Oiad) si è mobilitato in favore degli avvocati del Guatemala impegnati nella difesa dei diritti umani. Da diversi anni si registrano minacce nei confronti dei legali guatemaltechi. Per questo motivo l’Oiad ha deciso di scrivere alla massima istituzione dell’avvocatura del Guatemala, il “Collegio degli avvocati e dei notai”, sollecitando maggiore attenzione.
«L’Osservatorio – si legge in una nota – constata con preoccupazione l’attuarsi di un modello sistematico di persecuzione e criminalizzazione contro gli avvocati e altri operatori della giustizia come ritorsione per il legittimo esercizio della loro professione. Ecco perché rivolgiamo un appello al Collegio degli avvocati e dei notai del Guatemala, in quanto massimo organo di rappresentanza istituzionale della professione forense, per favorire la pratica del rispetto dei diritti umani e per adottare misure a sostegno degli avvocati minacciati».
Tra i casi più importanti spicca quello di Ramón Cadena. L’avvocato è stato a lungo impegnato nella difesa dei diritti delle comunità locali, nella lotta alla corruzione e nell’affrontare la questione del genocidio del popolo Ixil. Cadena è stato ripetutamente minacciato. Le autorità del Guatemala lo hanno anche perseguito per aver difeso studenti, docenti e personale amministrativo dell’Università di San Carlos de Guatemala appartenenti al movimento “Digna Resistencia”, creato per protestare contro l’elezione del rettore Walter Ramiro Mazariego Biolis.
Neanche un anno fa, il 14 novembre 2023, agenti della polizia hanno perquisito lo studio e l’abitazione di Cadena, nel corso di un’operazione autorizzata dal giudice Victor Manuel Cruz Rivera, considerato dagli Stati Uniti un “magistrato corrotto”. Oltre alla perquisizione, nei confronti di Cadena è stato emesso un mandato di arresto per presunti reati di “depredazione di beni culturali, sedizione e associazione illecita”.
Lo scorso anno l’Oiad è intervenuto per denunciare le intimidazioni ai danni del professionista. «Non è la prima volta – evidenzia l’Osservatorio - che l’avvocato Cadena è vittima di una persecuzione giudiziaria infondata e legata all’esercizio della sua professione. Nel gennaio 2016, oltre a Cadena, anche gli avvocati Miguel Moerth e Rafael Maldonado sono stati accusati di gravi crimini per aver difeso le comunità colpite da un progetto minerario nella vicenda “Resistencia la Puya”. Dopo due anni di indagini, il procedimento è stato chiuso per mancanza di prove. Da allora una lunga serie di episodi intimidatori nei confronti di Cadena: un’irruzione in casa e un furto del computer nell’agosto 2016, campagne di stigmatizzazione e minacce, nonché tentativi di criminalizzazione».
L’Oiad, inoltre, prendendo spunto dal “caso Cadena”, si sofferma sulla situazione di preoccupante disparità che riguarda il lavoro degli avvocati da un lato e dei magistrati dall’altro: «La persecuzione dell’avvocato Ramón Cadena avviene in un contesto di grave deterioramento dello Stato di diritto in Guatemala, dove ha preso corpo un modello di persecuzione sistematica da parte del pubblico ministero contro gli avvocati e contro coloro che sono coinvolti nella lotta alla corruzione e nella difesa dei diritti umani».
Domenica scorsa si sono insediati 13 nuovi magistrati della Corte suprema del Guatemala, parte di un sistema giudiziario negli ultimi anni finito al centro delle polemiche. Nel Paese centroamericano la magistratura è stata più volte coinvolta in scandali che hanno interessato procuratori, giudici, funzionari di governo e imprenditori. Un “patto tra corrotti”, come è stato definito dai media, che avrebbe retto le sorti del potere giudiziario, orientando in modo determinante la vita pubblica del Guatemala