La guerra di invasione ai danni dell’Ucraina, scatenata dalla Russia due anni e mezzo fa, ha indotto migliaia di persone a difendere il territorio aggredito dalle forze armate russe. Ad indossare le mimetiche anche tante avvocate e avvocati, che hanno cambiato vita.

Ieri – giornata della “Memoria dei difensori dell’Ucraina” –, a Kyiv, nella centralissima Piazza Indipendenza (Maidan Nezalezhnosti), è stato dato l’estremo saluto ad una giovane professionista, Natalia Kuznetsova, morta sul campo di battaglia il 26 agosto scorso all’età di 31 anni.

“Iranka” – questo il suo nome usato al fronte – si è arruolata all’indomani del 24 febbraio 2022. Faceva parte della 67ma Brigata separata meccanizzata. La giovane avvocata era originaria della regione di Kirovohrad, ma per diversi anni ha vissuto a Chernihiv, dove ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’Università nazionale Politecnica. Dal 2021 ha diretto la sede di Kyiv dello studio legale “Skylawyers”. Natalia Kuznetsova faceva, inoltre, parte dell’Uba (Ukrainian bar association). È stata l’organizzazione giuridica a dare la notizia della tragica scomparsa della propria iscritta. Natalia si è distinta per le brillanti doti professionali. Con lo scoppio della guerra non ci ha pensato due volte e come tanti suoi colleghi la scelta dolorosa, ma anche fatta con convinzione, di riporre nell’armadietto la toga e di arruolarsi. Era il marzo 2022.

Un anno dopo l’avvocata ha ricevuto direttamente dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, una onorificenza per il coraggio dimostrato nella difesa di Chernihiv. In quella occasione Kuznetsova disse che «i riconoscimenti a livello statale sono importanti, ma la ricompensa più grande per me sarà la coscienza nazionale degli ucraini nel ricordare e onorare i combattenti: quelli vivi che continueranno ad impegnarsi per l’indipendenza del nostro Paese e quelli morti che rappresentano un esempio per tutti noi».

Il tragico destino di Natalia si è incrociato con quello del marito, Viktor Panasko, anche lui arruolatosi a seguito dell’invasione russa. Panasko è stato ucciso nei pressi di Bakhmut il 6 maggio 2023.

L’Ukrainian bar association nell’esprimere le condoglianze alla famiglia di Kuznetsova ha pure evidenziato che l’esempio umano e professionale dell’avvocata non verrà mai dimenticato.

Victoria Vdovychenko del “Centre for Geopolitcs” dell’Università di Cambridge riflette sulle tante giovani vite strappate nella guerra nel “cuore dell’Europa”. «Ci sono molte cose che, come ucraini, - dice al Dubbio la professoressa Vdovychenko - stiamo cercando di cambiare, ma questa lotta è piena di messaggi che risuonano nei nostri cuori: «Rimarrai sempre… 31, 16, 21, 56…». Questi numeri rappresentano le età di persone che avrebbero potuto crescere, costruire famiglie, avere figli e vedere l'Ucraina prosperare. Invece, le loro vite sono state interrotte, lasciandoli congelati nel tempo. «Rimarrai sempre… 31. Questa è la storia di Natalia Kuznetsova, un’avvocata, una combattente, un’attivista ucraina. Era più giovane degli anni dell’Ucraina indipendente, un simbolo del futuro della nostra nazione, qualcuno che chiameremmo “la migliore e la più brillante”». La storia dell’avvocata Kuznetsova ha commosso tante persone. L’avvocata è stata ricordata nel corso della cerimonia funebre per le grandi capacità professionali e per l’impegno nella difesa dei diritti umani. «Non conoscevo personalmente Natalia – aggiunge Victoria Vdovychenko –, ma molti miei amici la ricordano per il suo talento. Quando è arrivata la notizia che era stata uccisa, tre giorni fa, il dolore mi ha colpito duramente, come se avessi perso qualcuno di caro. Dall’inizio dell’invasione su larga scala la Russia ha tolto la vita a 94 giornalisti, 479 atleti e allenatori, ma ha ucciso anche attori, cantanti, ingegneri e professionisti di ogni genere. Ognuno di loro aveva una storia, un sogno, una vita piena di promesse. E ognuno di loro è ora un numero, un promemoria di tutto ciò che è stato perso».

Il 922° giorno di guerra in Ucraina ha registrato combattimenti sempre più duri sul fronte orientale di Pokrovsk, nel Donbass, con le truppe russe. Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, non nasconde la propria preoccupazione. A Pokrovsk, definito un vero e proprio tritacarne, si trova un importante polo logistico diventato il simbolo della resistenza ucraina dopo l’aggressione russa. Syrskyi ha trascorso diversi giorni sul fronte orientale con i soldati. In quella regione la Russia è particolarmente impegnata a sfondare le difese ucraine. L’eventuale caduta di Pokrovsk indebolirebbe molto il versante orientale e creerebbe non pochi problemi all’Ucraina, dato che la presenza russa si espanderebbe nel giro di poco tempo nell’intera regione di Donetsk.

In questo contesto giocano un ruolo determinante le forniture belliche. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in occasione del Consiglio informale dei ministri degli Esteri, ha sottolineato ancora una volta i ritardi nella consegna delle armi da parte degli alleati occidentali. «Questi aiuti – ha detto –, dopo due anni e mezzo di guerra, dovrebbero funzionare come un orologio svizzero, senza ritardi e nel modo più efficace». I sistemi di difesa aerea Patriot sono quelli più richiesti dall’Ucraina, promessi dai Paesi occidentali, ma «non ancora consegnati». Secondo Kuleba, non occorre «cercare altre scuse o giustificazioni, come le elezioni e consegnare ora quanto promesso».