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“La situazione nel nord di Gaza è apocalittica. Gli abitanti rischiano la morte per malattia, fame o violenza”. È la drammatica denuncia dell’Onu.
Almeno 84 palestinesi sono stati confermati uccisi negli attacchi che ieri sera hanno colpito due edifici residenziali nel campo profughi di Jabalia, che ospitavano circa 170 persone. Alcune di queste sono bloccate sotto le macerie delle loro case, scrive al Jazeera, secondo cui gli operatori della protezione civile non sono in grado di prestare i soccorsi nella zona.
Mentre è di 19 feriti il bilancio in seguito ai razzi lanciati dal Libano sulla città israeliana di Tira. Lo riferiscono fonti mediche e la polizia, secondo quanto riporta il Times of Israel. Hezbollah ha rivendicato anche il lancio di razzi contro una base militare israeliana e un insediamento nel nord di Israele. Lo riporta l’emittente televisiva Lbc. Hezbollah ha dichiarato di aver preso di mira la base militare di Glilot, vicino a Tel Aviv, associata all’Unità di intelligence militare israeliana 8200. Il gruppo ha anche annunciato di aver lanciato razzi contro l’insediamento israeliano settentrionale di Dalton.
L’Iran, dal canto suo, avverte che ci sarà una risposta “brutale” all'attacco israeliano contro le installazioni militari iraniane, risposta che potrebbe arrivare anche nelle prossime ore, prima delle elezioni presidenziali americane. Israele è a un “alto livello di preparazione” in attesa di una potenziale risposta dall'Iran agli attacchi aerei del 26 ottobre spiega una fonte militare alla Cnn. Gli attacchi di Israele, ha aggiunto la fonte, “hanno creato un dilemma per Teheran” poiché hanno ridotto la sua capacita di attaccare e difendersi da una risposta israeliana.
Le autorità iraniane hanno alzato i toni contro Israele negli ultimi giorni e assicurano che risponderanno “ferocemente”. Sebbene le prime reazioni all'attacco missilistico israeliano abbiano avuto un tono cauto, negli ultimi giorni la situazione è cambiata e ora Teheran insiste che la risposta iraniana arriverà. “Possiamo aumentare la gittata dei nostri missili balistici”, dice Kamal Kharrazi, consigliere del leader supremo iraniano Ali Khamenei, “e abbiamo la capacità necessaria per produrre armi nucleari: l'unico ostacolo è la fatwa del nostro leader che ha vietato la produzione”. “La risposta contro l'aggressione del regime sionista è certa”, ha affermato a propria volta il vice comandante dei Guardiani della rivoluzione, Ali Fadavi: “Siamo in grado di distruggere tutto ciò che possiedono i sionisti con una sola operazione”.
Il leader supremo, Ali Khamenei, ha detto che il suo Paese intende dare “una risposta feroce ed energica” alla “azione disperata” di Israele, ha riferito l'agenzia Tasnim. Un deciso cambio di tono rispetto a quanto affermato il giorno dopo l'attacco, quando Khamenei aveva annunciato una risposta in base a ciò che è meglio per il Paese, ma senza promettere vendetta. Secondo la versione iraniana, l'attacco è avvenuto nelle province di Teheran, Ilam e Khuzestan e ha causato solo “danni limitati” ai radar, oltre alla morte di quattro soldati e un civile. Ma i media americani hanno riferito che le immagini satellitari mostrano che i centri militari di Shahroud, nella provincia nord- orientale di Semnan, e Khojir, vicino a Teheran, sono stati danneggiati, affermazioni direttamente smentite dalle autorità iraniane.
Il New York Times riferisce che Khamenei ha ordinato al Consiglio di Sicurezza Nazionale di preparare l’attacco in quanto i danni alle infrastrutture erano “troppo grandi per essere ignorate” e “non rispondere significherebbe accettare la sconfitta”.