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Sono almeno cento le persone uccise in un attacco su base etnica condotto contro un villaggio abitato dalla comunità Dogon, nel Mali centrale. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa maliano a France 24. Principalmente agricoltori e cacciatori, i Dogon sono animisti e vivono soprattutto a sud del fiume Niger e al confine con il Burkina Faso.
A fine maggio più di 130 persone sono state uccise in un attacco a un villaggio abitato dalla comunità Fulani nel Mali centrale. I sopravvissuti hanno accusato i Dogon della responsabilità dell’attacco. Il ministero della Difesa maliano ha precisato che, oltre ai 95 morti, si registrano anche 19 dispersi. Il bilancio è stato confermato dal sindaco del villaggio di Sangha, giunto sul luogo del massacro avvenuto ieri sera. In base alla sua ricostruzione, gli assalitori hanno dato fuoco al villaggio e sparato contro tutti coloro che cercavano di uscire di casa.
Principalmente agricoltori e cacciatori, i Dogon sono animisti e vivono a sud del fiume Niger e al confine con il Burkina Faso. A fine maggio più di 130 persone sono state uccise in un attacco a un villaggio abitato dalla comunità Fulani nel Mali centrale. I sopravvissuti hanno accusato i Dogon della responsabilità dell’attacco.