Massiccio bombardamento aereo e navale nella notte da parte degli Stati Uniti contro la milizia Houthi in Yemen, colpendo obiettivi strategici nel nord del paese, tra cui radar, sistemi di difesa aerea, e missili. L'operazione, ordinata dal presidente Donald Trump, ha avuto lo scopo di fermare gli attacchi della milizia filo-iraniana alle rotte marittime internazionali nel Mar Rosso e inviare un forte messaggio all'Iran.

Secondo il Ministero della Salute yemenita, che è sotto il controllo degli Houthi, gli attacchi hanno causato almeno 31 morti, tra cui donne e bambini, e oltre 101 feriti. Il governo yemenita ha anche denunciato che uno degli attacchi ha colpito case nella provincia di Saada, uccidendo quattro bambini e una donna. Gli Houthi, da parte loro, hanno definito questi attacchi come una violazione della sovranità del paese e hanno minacciato di intensificare le loro azioni contro gli Stati Uniti e le forze alleate.

Il raid ha colpito diverse aree strategiche, tra cui la capitale Sanaa, la provincia di Al Bayda, e Radaa, luoghi chiave per il controllo degli Houthi. Questi ultimi, che da anni sono coinvolti in un conflitto con il governo yemenita, hanno cercato di ostacolare le rotte commerciali internazionali, inclusi i passaggi vitali come il Canale di Suez e il Mar Rosso, utilizzando attacchi missilistici e droni.

Gli attacchi statunitensi hanno come obiettivo il ripristino della libertà di navigazione e la protezione degli interessi americani nel Mar Rosso, che da mesi sono stati ostacolati dalle azioni degli Houthi. Questi ultimi, supportati dall'Iran, hanno preso di mira non solo navi commerciali, ma anche aerei e droni americani. Durante il conflitto, sono stati danneggiati oltre 100 mercantili, alcuni dei quali affondati, con la perdita di vite umane e ingenti danni economici.

In un messaggio su Truth Social, Trump ha dichiarato che l'operazione mira a “difendere gli interessi americani” e a fermare i “terroristi Houthi” che hanno perpetrato una “campagna di violenza e terrorismo” contro navi, aerei e droni americani. Il presidente ha inoltre esortato l'Iran a terminare immediatamente il supporto alla milizia Houthi, avvertendo Teheran che “le conseguenze saranno gravi” se non smetteranno di sostenere le azioni dei ribelli. L'operazione è stata vista anche come una risposta alle crescenti tensioni con l'Iran e ai continui tentativi della Repubblica Islamica di espandere la sua influenza nel Medio Oriente.

Il raid statunitense è stato condotto utilizzando aerei da combattimento dalla portaerei Harry S. Truman, che si trova nel nord del Mar Rosso, insieme a droni armati e aerei da attacco lanciati dalle basi regionali. La Central Command (Centcom) ha specificato che l'obiettivo è "ripristinare la libertà di navigazione" e fermare l'azione dei ribelli Houthi, che da mesi bloccano le vie commerciali vitali della regione.

L'operazione è stata una risposta diretta alle minacce di attacchi alle navi israeliane da parte degli Houthi, che avevano minacciato di riprendere le ostilità contro vessilli israeliani dopo l'interruzione degli aiuti umanitari in Gaza da parte di Israele. Gli Houthi, infatti, hanno spesso espresso solidarietà verso i palestinesi e hanno lanciato attacchi contro Israele utilizzando missili e droni, alcuni dei quali hanno raggiunto obiettivi in Israele durante il conflitto con Hamas.

Dopo l'attacco, la risposta da Teheran non si è fatta attendere. Il governo iraniano ha negato di aver fornito supporto diretto alla milizia Houthi, ribadendo che "l'Iran non ha alcun ruolo" nelle politiche operative dei gruppi che fanno parte dell'Asse della Resistenza, un'alleanza di forze che include anche Hamas e il Hezbollah libanese. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha criticato duramente gli Stati Uniti, affermando che il governo americano “non ha autorità” per dettare la politica estera iraniana, richiamando l'attenzione sulla sovranità della Repubblica Islamica.

Inoltre, Hossein Salami, comandante del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC), ha dichiarato che l'Iran è pronto a rispondere con “forza distruttiva” a qualsiasi minaccia contro di esso, promettendo una reazione proporzionata a qualsiasi intervento statunitense contro Teheran o i suoi alleati.

Con questa nuova escalation, l'intervento militare statunitense in Yemen ha sollevato nuove preoccupazioni sul futuro della stabilità nella regione e sull'equilibrio geopolitico che vede coinvolti Stati Uniti, Iran, e i loro alleati locali. Il conflitto yemenita, che dura ormai da anni, continua ad avere conseguenze devastanti sulla popolazione civile, con migliaia di morti e feriti, e la situazione sembra destinata a peggiorare, a meno che non venga trovata una soluzione diplomatica che ponga fine alla violenza.

L'operazione contro gli Houthi rappresenta una mossa chiave nell'approccio della seconda amministrazione Trump verso il Medio Oriente, un segnale forte nei confronti dell'Iran e un tentativo di ripristinare il controllo sulle rotte marittime vitali per l'economia globale.