La linea di ferro contro i migranti irregolari raggiunge nuove vette negli Stati Uniti. Dopo le immagini degli aerei zeppi di venezuelani deportati nel Salvador, la propaganda americana arriva fin dentro le celle del Cecot (Centro di confinamento per il terrorismo), la prigione più grande di tutta l’America Latina dove l’amministrazione Usa ha trasferito decine e decine di migranti riesumando una legge del 1798.  

«Questa è la conseguenza che vi aspetta se entrate illegalmente nel nostro Paese!», scandisce la segretaria del dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs) degli Stati Uniti, Kristi Noem, in visita nel carcere salvadoregno. Alle sue spalle, nel video pubblicato sui social dalla stessa segreteria, decine di prigionieri stipati nelle celle tra i letti a castello.

«Voglio mandare un messaggio a tutti: se venite nel nostro Paese illegalmente, queste sono le conseguenze che vi aspettano. Non venite illegalmente nel nostro Paese: verrete espulsi e perseguiti e questo posto è uno degli strumenti che useremo se commettete reati contro gli Americani», avverte Noem. «Voglio ringraziare El Salvador e il suo presidente (Nayib Bukele) per la partnership che ci permette di portare qui i terroristi, incarcerandoli per affrontare le conseguenze della violenza che hanno perpetrato».

El Salvador e Stati Uniti, infatti, hanno firmato un memorandum d’intesa per aggiornare l’alleanza per la Sicurezza per l’Esecuzione dei Fuggitivi (Safe). «Oggi ho firmato insieme al ministro della Giustizia e della Sicurezza pubblica del Salvador, Gustavo Villatoro, un memorandum d’intesa per aggiornate l’alleanza Safe. Questo accordo assicura che i precedenti penali dei ricercati siano condivisi tra i due Paesi, così che i criminali non siano inavvertitamente rilasciati nelle comunità americane», spiega Noem in un post su X.