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“Ancora criticità nelle carceri del Paese. Quest’oggi, sperando che non ne seguano altre, è la volta di Roma Rebibbia, dove i detenuti di un paio di sezioni detentive stamattina si sono rifiutati di far rientro dai passeggi. Per quel che si apprende, dopo una mediazione condotta dai vertici del penitenziario, alcuni ristretti avrebbero fatto rientro nelle rispettive celle, altri, tutti appartenenti alla stessa sezione detentiva, sarebbero ancora lì”. Ne dà notizia Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale, che spiega: “da quel che sappiamo, ancora in maniera molto frammentaria, sembra che i detenuti vogliano protestare per non aver ottenuto l’ammissione alla detenzione domiciliare ai sensi del decreto Cura-Italia che, evidentemente, ha creato molte più aspettative rispetto alla sua reale portata. Non escludiamo, peraltro, che anche rispetto a questo possano esserci stati difetti di comunicazione da parte dell’Amministrazione penitenziaria”. “Del resto – prosegue il leader della UILPA Polizia Penitenziaria -, che le misure sulle carceri del Cura-Italia siano insufficienti crediamo sia chiaro anche a buona parte delle forze politiche che sostengono il Governo, come sembrano dimostrare pure alcune dichiarazioni del Vice-Segretario del Partito Democratico Andrea Orlando riportate dalla stampa, salvo subire, verosimilmente, i proclami di altra parte. Così com’è evidente che una, seppur inconsistente, flessione nel numero delle presenze detentive sia da attribuire in massima parte alla drastica deflazione del trend di nuovi ingressi, per ridotte nuove esecuzioni, atteso il sostanziale fermo dei tribunali, e al trascurabile numero di arresti, per il crollo del 75% del numero dei reati, dovuto alle misure di contenimento della pandemia da coronavirus, e non certamente alle previsioni del decreto-legge n. 18/2020”. “Sperando che a Rebibbia prevalga il buon senso da parte di tutti, è di tautologica evidenza che sulle carceri serva una svolta che tarda ad arrivare, mentre si continua registrare la latitanza soprattutto del ministro Bonafede. Nella situazione attuale, difatti, ogni giorno ci si chiede solo dove ci saranno tensioni e criticità, ma non si nutrono dubbi circa il fatto che ci saranno. Lo ripetiamo – conclude De Fazio –, prima che sia troppo tardi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri assuma pro-tempore, almeno sino al perdurare dell’emergenza penitenziaria, la gestione diretta delle carceri. Indugiare oltre potrebbe essere deleterio per tutto il Paese”.