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Il sindaco di New York Bill di Blasio ha annunciato ieri la sua candidatura alle presidenziali del 2020, diventando il 24esimo aspirante ufficiale alla nomination democratica. E lo ha fatto seguendo il suo stile esuberante, molto diverso dal posato ed esperto Joe Biden, in fondo molto più simile al suo odiato avversario: Donald Trump.
Parlando con i giornalisti Di Blasio non ha infatti risparmiato bordate pesantissime al tycoon, definito con lo sprezzante nomignolo «Con Don», ovevro “Don il truffatore”, spiegando che tutti a New York conoscono il tycoon per quello che è «un impostore».
Parole dure, proprio come quelle dell’inquilino della Casa Bianca il quale aveva recentemente detto che de Blasio sarebbe «il peggior sindaco» che la sua città abbia mai avuto, definendolo un «buffone». Di Blasio ha puntato il dito sulle politiche dell’amministrazione che penalizzano i ceti medi per favorire le classi più agiate: «Il governo federale non è dalla parte dei lavoratori, perché Donald Trump sta facendo un grande imbroglio all’America - ha tuonato poi in un’intervista alla trasmissione Good Morning America - Io lo chiamo «Con Don», tutti i newyorkesi sanno che è un truffatore, conosciamo i suoi trucchi, ma io so come attaccarlo, lo osservo da decenni. Vuole convincere i lavoratori americani che è dalla loro parte, ma è un bugia sin dal primo giorno».
Ovviamente via Twitter la puntuale replica di Trump: «I democratici si sono conquistati un’altra bellezza nel loro gruppo - ha scritto riferendosi all’affollato nugolo di candidati dem alla nomination - de Blasio, considerato il peggior sindaco di New York, è un buffone, ma se vi piacciono tasse alte e crimine è il vostro uomo».
Da quando Trump è alla Casa Bianca sono stati frequenti gli scontri tra il presidente ed il sindaco della Grande mela: quando nel 2017 Di Blasio ha conquistato il suo secondo mandato con il 66% dei voti contro il 28% della sfidante Gop, disse che la sua rielezione era un chiaro un messaggio alla Casa Bianca. «Non può attaccare i valori di New York e vincere, Mr President», scrisse il dem su Twitter, suggerendo già allora il suo obiettivo politico: la Casa Bianca.
Tra le altre cose lunedì scorso de Blasio ha minacciato multe fino a due milioni di dollari per la Trump Organization se non inizierà, a partire dal 2030, a ridurre le emissioni di gas inquinanti, innescando così un’altra lite via Twitter, questa volta con Trump jr.
Di sicuro la campagna di Di Blasio, oltre a sfidare The Donald sul terreno delle provocazioni e delle scaramucce verbali, sarà orientato molto a sinistra come spiega lui stesso: «Attaccherò i ricchi, attaccherò le grandi corporation. Non mi fermerò fino a quando questo governo non farà gli interessi dei lavoratori. Come sindaco della città più grande d’America, sto facendo proprio questo».