PHOTO
«L’Associazione Funzioni centrali (CIDA FC), aderente alla Federazione della Funzione pubblica CIDA, esprime forte preoccupazione per l'articolo 116 della Legge di Bilancio 2025, incluso nel maxiemendamento su cui il Governo potrebbe porre la fiducia». Lo si legge in un comunicato dell’organizzazione, in cui si spiega come la disposizione preveda che «l'Automobile Club d'Italia (ACI) sia obbligato a versare 50 milioni di euro annui all'erario, a partire dal 2025. Queste risorse, sottratte all'Ente, rischiano di compromettere la sua stabilità economico-finanziaria e la capacità di adempiere alle sue funzioni istituzionali».
Secondo CIDA FC, «sembra un attacco ingiustificato, non soltanto nei confronti di un Ente Pubblico non Economico autonomo e di eccellenza nel panorama della Pubblica Amministrazione, ma anche e soprattutto un vulnus a un sistema di funzionamento collaudato».
L’organizzazione ritiene dunque che «questo provvedimento rappresenti un intervento senza precedenti, altamente penalizzante e impattante per l'ACI, la Federazione e le Società collegate. Ma il danno non si ferma qui: sono in gioco il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, il cui destino viene messo a rischio».
CIDA FC invita dunque il Governo a un «ripensamento, adottando soluzioni più equilibrate che tutelino la sostenibilità finanziaria dell'ACI e il rispetto della sua missione istituzionale. È necessario salvaguardare un Ente che rappresenta un modello virtuoso nella Pubblica Amministrazione italiana, preservandone il ruolo strategico e proteggendo i lavoratori da un futuro incerto».
«Confidiamo», conclude la nota, «che la politica sappia rispondere con responsabilità e buon senso a questa situazione, evitando che un provvedimento così impattante comprometta un sistema amministrativo che ha dimostrato di funzionare e garantire servizi di eccellenza al Paese».